Utente:Truthful eye/Sandbox3: differenze tra le versioni

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Inclinare la panca per gli esercizi dedicati al gran pettorale (distensioni, croci) è una pratica che avrebbe il fine di aumentare l'attivazione o il reclutamento dei fasci clavicolari (superiori) del muscolo in questione. Questa ipotesi è basata sul fatto che durante il movimento di flessione orizzontale della spalla (piano trasversale), l'inclinazione della panca altera il piano di lavoro che, da perpendicolare all'asse del busto (piano trasverso), passa a due dimensioni. Questa modifica cambia quindi la direzione del movimento della spalla, determinando una differente attivazione delle unità motorie innervate nel grande pettorale.
 
Il gran pettorale è responsabile nel compimento di molti movimenti della spalla su diversi piani anatomici, ma l'attivazione dei tre fasci che lo compongono - clavicolari, sterno-costali e addominali - varia in base al piano di lavoro specifico. In particolare riferimento ai fasci clavicolari del gran pettorale, questi sono ampiamente coinvolti durante la flessione orizzontale (piano trasversale), predominano sugli altri capi durante la flessione pura della spalla (piano sagittale), mentre sono antagonisti durante l'estensione della spalla<ref>Paton et al. An electromyographic analysis of functional differentiation in human pectoralis major muscle. J Electromyogr Kinesiol. 1994;4(3):161-9.</ref>. Poiché l'inclinazione della panca favorisce un movimento su un piano a due dimensioni, intermedio cioè tra la flessione e la flessione orizzontale - o tra i piani trasverso e sagittale - questo sembrerebbe essere più adatto per la stimolazione specifica dei fasci superiori del gran pettorale in quanto seguirebbe la direzione delle sue fibre. Su queste basi è stata supportata la comune teoria secondo cui il grado di inclinazione della panca determina l'attivazione dei tre fasci: panca inclinata per il "petto alto", e panca declinata per il "petto basso". In passato questa ipotesi era sostenuta basi prettamente teoriche di anatomia e biomeccanica, fino a quando alcuni studi degli anni '90 non effettuarono delle misurazioni dirette rivelando alcuni dati inaspettati<ref name="Barnett">Barnett et al. Effects of variations of the bench press exercise on the emg activity of five shoulder muscles. J Strength Cond Res. 1995 9(4), 222-227.</ref><ref name="Glass">Glass SC, Armstrong Ty. Electromyographical activity of the pectoralis muscle during incline and decline bench presses. J Strength Cond Res. 1997 11, 163–167.</ref>.
==Cenni anatomico-funzionali==
Semplificando, il grande pettorale è un muscolo a fasci paralleli della tipologia a ventaglio. Origina dalla metà mediale anteriore della clavicola, dalla faccia anteriore dello sterno, dalla sesta e settima costa, e dalle aponeurosi (origine) del retto dell'addome e dell'obliquo esterno dell'addome. Le definizioni sulle varie origini del muscolo non sono perfettamente coerenti tra le varie fonti, ad esempio alcuni autori non considerano i fasci addominali, altri aggiungono i fasci infero-sternali, ma tali differenze non hanno importanza in questa sede. Il muscolo si inserisce con un robusto tendine appiattito nel labbro anteriore del solco bicipitale dell'omero, poco al di sopra delle inserzioni di grande dorsale e grande rotondo. E' interessante notare che l'inserzione dei diversi fasci è invertita o incrociata, a significare che il tendine è avvolto su se stesso cosicché i fasci bassi sono inseriti più prossimalmente, al di sotto dei fasci alti, inseriti più distalmente. Come accennato in precedenza, ilIl gran pettorale adempie a diverse funzioni nel movimento della spalla su molti piani di lavoro, cioè flessione, estensione, flessione orizzontale (o adduzione orizzontale), adduzione, abduzione sul piano scapolare (scaption), intrarotazione, e naturalmente in movimenti intermedi tra quelli citati. Essenzialmente questo muscolo interviene nella maggior parte dei movimenti della spalla, con particolare riferimento diretto all'articolazione gleno-omerale. In realtà questo muscolo adempie ad altre funzioni secondarie in maniera indiretta, mobilizzando tutto il cingolo scapolo-omerale prevalentemente tramite anteposizione e depressione delle spalle. In particolare riferimento ai fasci clavicolari del gran pettorale, questi sono ampiamente coinvolti durante la flessione orizzontale (piano trasversale), predominano sugli altri capi durante la flessione pura della spalla (piano sagittale), mentre sono antagonisti durante l'estensione della spalla<ref>Paton et al. An electromyographic analysis of functional differentiation in human pectoralis major muscle. J Electromyogr Kinesiol. 1994;4(3):161-9.</ref>.
 
Tra i vari movimenti anatomici citati, il gran pettorale sembra essere più forte durante la flessione orizzontale con spalla abdotta a 90°<ref>Kuechle et al. Shoulder muscle moment arms during horizontal flexion and elevation. J Shoulder Elbow Surg. 1997 Sep-Oct;6(5):429-39.</ref>, un movimento proposto durante le distensioni e le croci su panca piana a gomiti piuttosto larghi. Questo perché in altri movimenti della spalla in cui interviene il gran pettorale e viene espressa molta forza, quali l'estensione o l'adduzione, viene altamente reclutato anche il gran dorsale, che invece è escluso nella flessione orizzontale.