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Ad ogni modo, insieme ai lavori svolti in in [[Metodo scientifico|ambienti controllati]] e [[Revisione paritaria|pubblicati]] ambienti controllati e pubblicati su riviste mediche o specialistiche<ref name="LANCET_LOMM">Near-death experience in survivors of cardiac arrest: a prospective study in the Netherlands. The Lancet, vol. 358 No. 9298 pp. 2039-2045</ref><ref name="GREYSON">Greyson B., Incidence and correlates of near-death experiences in a cardiac care unit. Gen Hosp Psychiatry 2003;25:269-276.</ref><ref name="PARNIA">Parnia S, Waller DG, Yeates R, Fenwick P., A qualitative and quantitative study of the incidence, features and aetiology of near death experiences in cardiac arrest survivors. Resuscitation 2001;48:149-156.</ref>, la letteratura sulle esperienze ai confini della morte è anche ricca di alcuni [[Sensazionalismo|sensazionalismi]] sensazionalismi e di resoconti apparentemente sensati ma [[Pseudoscienza|non scientifici]].
Si pretenderebbe di far rientrare in quest’ultima categoria anche l’esperienza del [[neurochirurgo]] di [[Harvard]] [[Eben Alexander]]<ref>Eben Alexander.</ref>, un neurochirurgo americano, ha scritto un libro nel [[2012]], ''Proof of Heaven'', per dare riscontro della sua esperienza NDE<ref>http://www.repubblica.it/scienze/2012/10/09/news/sono_stato_in_paradiso_ecco_com_il_neuroscienziato_racconta_dopo_il_coma-44202072/?ref=HREC2-10 repubblica.it; http://www.corriere.it/salute/neuroscienze/12_ottobre_10/neurochirurgo-aldila-meningite_4975a086-12d8-11e2-9375-5d5e6dfabc1a.shtml corriere.it</ref>, ma, come già puntualizzato, nonostante sul testo pubblicato dal medico si sia ampiamente discusso, [[Alexander]] ha avuto modo di replicare successivamente in modo scientifico e dettagliato alle critiche che gli sono state mosse, e non solo lui, si veda ad esempio qui: http://iands.org/news/news/front-page-news/970-esquire-article-on-eben-alexander-distorts-the-facts.html , ove si ha una dettagliata replica del [[ricercatore]] [[Robert Mays]] ad un articolo critico apparso su [[Esquire]] a firma di [[Luke Dittrich]]<ref>(Le [[referenze]] di [[Robert G. Mays]]: detiene un [[Bachelor of Science]] in [[Chimica]] presso il [[Massachusetts Institute of Technology]] ed ha lavorato nello sviluppo di software a [[Eastman Kodak Company]], e successivamente presso [[IBM Corporation]] per oltre 20 anni, dove ha raggiunto il livello di [[Senior Software Engineer]]. Alla [[IBM]] si è specializzato in processi di sviluppo del software, la qualità del software e la prevenzione dei difetti del software. E’ stato un co-destinatario del primo [[Corporate Quality Award]] di [[IBM]] nel [[1991]]. Dopo aver lasciato [[IBM]], ha insegnato [[Chimica]] al [[Liceo]] per diversi anni in diverse scuole [[Waldorf]] negli [[Stati Uniti]] ed ha tenuto [[Corsi Supplementari]] in [[Neuroscienze Mediche]], [[Clinica Neurologica]], [[Biomedicina per Immagini]], [[Fondamenti di Neuroscienze]]; con la moglie [[Suzanne Mays]] studia i fenomeni legati alle [[esperienze di pre-morte]] – [[NDE]] - da oltre 30 anni. Assieme si sono dedicati anche alla ricerca sulle [[esperienze di pre-morte condivisa]] - [[SDE]] - e sulle implicazioni di questa fenomenologia per la comprensione della [[coscienza]] e della [[funzione neurologica]], in particolare riguardo ai fenomeni connessi con la [[componente OBE della NDE]], soprattutto in inerenza alle [[percezioni veritiere durante NDE e SDE]], e sulle [[interazioni apparenti durante un’NDE tra colui che sarà poi rianimato e la realtà fisica circostante]]; dunque si è occupato anche di verificare e confermare le specifiche [[percezioni veritiere]] durante un’[[NDE]], come ad esempio quelle di [[George Ritchie]]; ha inoltre indagato sulla [[prova neurologica]] dell’[[autonomìa]] della [["mente autocosciente"]] rispetto al [[cervello]], sui [[meccanismi neurologici di interfaccia tra la "mente" ed il cervello]], ed ha eseguito ricerche specifiche sugli [[arti fantasma]], concentrandosi sulle interazioni percepibili “fisicamente” dai menomati.)</ref>.
Vi è però da ribadire quanto già detto, e cioè che, nonostante il peso che dà alla vicenda il ruolo del personaggio, [[neurochirurgo]] ad [[Harvard]], v’è di meglio, per dimostrare l’autonomìa d’un io autocosciente dal corpo fisico, vedi ad esempio il già più volte menzionato [[“Veridical Perception in Near-Death Experiences”]] di [[Janice Holden]], per l’appunto.
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