Il suo nome, probabilmente greco, è stato oggetto sin dall'antichità di varie spiegazioni [[Etimologia popolare|paretimologiche]]:
# ὁ μὴ ὁρῶν (''oho mè orònhorôn'') "colui che non vede" (la [[tradizione]] infatti lo vuole cieco; la [[cecità]] ha nell'antichità connotazione sacrale e spesso era simbolo di doti [[profezia|profetiche]] e di profonda saggezza. La mancanza della vista era colmata dall'ispirazione proveniente dalle Muse; molti [[aedo|aedi]] erano ciechi, anche [[Demodoco]] nell'''Odissea'')
# ὅμηρος (''hómeroshómēros'') "l'ostaggio", "pegno", ma anche "il cieco" (come "persona che si accompagna a qualcuno", da ὁμοῦ ἔρχομαι (''homùhomû èrchomaiérchomai''), "vado insieme")
# ὀμηρεῖν ("omerèinomērêin") "incontrarsi"; vi erano infatti delle piccole riunioni, definibili anche assemblee, nei gruppi di "Omerìdi" che narravano quei canti che in seguito sarebbero stati i costituenti dei poemi più famosi dell'età greca arcaica.