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Sotto il governo veneto, Perasto fu sottoposta all'autorità civile e giudiziaria del Rettore e provveditore di Cattaro, ma ebbe un proprio consiglio e propri ordinamenti autonomi.
 
La devozione della cittadina alla Repubblica di Venezia non venne meno neppure alla caduta di quest'ultima: mentre il 12 maggio [[1797]] il doge depose le insegne di San Marco, i perastini deliberarono di rimanere veneziani e si ressero in autogoverno fino all'arrivo delle truppe austriache. I vessilli veneti rimasero così issati fino al 23 agosto, giorno in cui vennero seppelliti con una cerimonia solenne, l'ultima della Serenissima, sotto l'altare del duomo. Il capitano della guardia, conte [[Giuseppe Viscovich]], nel consegnare il gonfalone veneto ai sacerdoti pronunciò davanti alle milizie ed a tutto il popolo un commovente ed intenso discorso, passato alla storia col titolo di ''Ti con nu, nu con ti''.
 
Con Cattaro fece dunque parte dei domini asburgici fino alla [[prima guerra mondiale]], al termine della quale entrò nel [[regno di Jugoslavia]].
Il capitano della guardia, conte [[Giuseppe Viscovich]], nel consegnare il gonfalone veneto ai sacerdoti pronunciò davanti alle milizie ed a tutto il popolo un commovente ed intenso discorso.{{senza fonte}}
 
FuDal 1941 al 1943 fu un [[comune]] della [[provincia di Cattaro]], suddivisione amministrativa del [[Governatorato della Dalmazia]], dipendente dal [[Regno d'Italia]] dal 1941 al 1943.
Questo discorso è passato alla storia col titolo di ''Ti con nu, nu con ti''.
 
{{Vedi anche|Giuseppe Viscovich}}
 
Fu un [[comune]] della [[provincia di Cattaro]], suddivisione amministrativa del [[Governatorato della Dalmazia]], dipendente dal [[Regno d'Italia]] dal 1941 al 1943.
 
==Società==