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I '''commentarii''' sono degli scritti attraverso i quali, dalla fine del [[II secolo a.C.]], erano riprese le gesta da parte di chi aveva compiuto imprese ritenute memorabili come pretori, censori, consoli, generali vittoriosi.
Questi non rientravano per gli antichi fra le opere appartenenti al genere storiografico, che richiedeva un progetto letterario vero e proprio; erano solo materiali da cui trarre eventualmente una vera e propria ''historia''.
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Sono due i ''Commentarii'' di Cesare: il ''[[De Bello Gallico]]'' e il ''[[De Bello Civili]]'', la cui veridicità già alcuni antichi misero in discussione. Riguardo la guerra gallica i suoi avversari lo accusavano di aver condotto una campagna inutile e costosa sia in termini economici che di vite umane solo per la propria ambizione di potere; riguardo la guerra civile l'accusa era di averla scatenata non per difendere la legalità, come egli sosteneva, ma i propri interessi.
Le opere scritte per raccontarle avrebbero avuto solo intenti propagandistici, per giustificare il proprio operato.
 
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