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Morì nel luglio del [[1587]] nel suo palazzo sulla collina di Top-Hana vicino Istanbul e lasciò ai suoi numerosi schiavi e servitori case e beni di proprietà, concentrati in un villaggio da lui fondato e chiamato Nuova Calabria. Secondo alcuni resoconti, in punto di morte sarebbe tornato alla fede cristiana, ma gli storici turchi negano con decisione questa eventualità, visto che già in vita gli erano stati offerti feudi e ricchezze in terre cristiane che egli aveva sempre rifiutato preferendo la libertà di costumi di cui godevano a quel tempo i cristiani convertiti all'Islam. Altra leggenda che circola sul suo nome racconta di un viaggio clandestino sulla costa calabrese al solo scopo di riabbracciare la madre che, stando alle cronace coeve, lo avrebbe invece maledetto proprio per la sua abiura. Ricerche recenti, però, ascrivono questa leggenda alla propaganda spagnola ed ecclesiastica.
 
Monumenti commemorativi
 
== Monumenti commemorativi ==
A [[Istanbul]] resta la Kilic Alì Camii, poco distante dal palazzo presidenziale di Dolmabache, moschea costruita grazie alla sua beneficenza
 
 
A [[Istanbul]] resta la Kılıç Ali Paşa Camii, moschea costruita dalla sua beneficenza, che si trova poco distante dal quartiere di Galata. È un complesso (Kılıç Ali Paşa Külliyesi), in cui sono presenti la sepoltura di Ulugh Alì, la moschea, la scuola coranica, un bagno (türbe, cami, medrese, hamamdan)
 
== Citazioni in letteratura ==