Alberto da Giussano: differenze tra le versioni
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| Riga 6: Il nome di Alberto da [[Giussano]] appare per la prima volta nella cronaca storica della città di [[Milano]] scritta dal frate domenicano [[Galvano Fiamma]] nella prima metà del [[XIV secolo]], cioè 150 anni dopo la battaglia di Legnano<ref name="Cita|Grillo, 2010|pag. 154">{{Cita|Grillo, 2010|pag. 154}}.</ref>. Alberto venne descritto come un cavaliere che si distinse, insieme ai fratelli Ottone e Raniero, nella battaglia di Legnano<ref name="Cita|D'Ilario, 1984|pag. 31">{{Cita|D'Ilario, 1984|pag. 31}}.</ref>. Secondo Galvano Fiamma, egli capeggiò la [[Compagnia della Morte]]<ref name="Cita|Grillo, 2010|pag. 154"/>, ovvero un'associazione militare di 900 giovani cavalieri scelti con il compito di battersi fino alla morte<ref name="Cita|Grillo, 2010|pag. 153">{{Cita|Grillo, 2010|pag. 153}}.</ref>. La Compagnia della Morte doveva il suo nome al giuramento che fecero i suoi componenti, che prevedeva la lotta fino all'ultimo respiro senza mai abbassare le armi<ref name="Cita|Grillo, 2010|pag. 153"/>. Le fonti contemporanee alla battaglia di Legnano non fanno però cenno all'esistenza di Alberto da Giussano e della Compagnia della Morte<ref name="Cita|Grillo, 2010|pag. 153"/>.  [[File:Battle of Legnano.png|thumb|left|La battaglia di Legnano in un dipinto di [[Massimo d'Azeglio]]]] I racconti di Fiamma andrebbero presi però con il beneficio del dubbio dato che nelle sue cronache sono presenti delle inesattezze, delle imprecisioni oltre che dei fatti leggendari<ref name="Cita|D'Ilario, 1984|pag. 31"/>. Per quanto concerne quest'ultimo aspetto, Fiamma dichiara che un certo "prete Leone" abbia visto tre [[Columbidae|colombe]] uscire dalle sepolture dei santi [[Sisinnio, Martirio e Alessandro]] alla [[basilica di San Simpliciano]] di Milano<ref name="Cita|D'Ilario, 1976|pag. 80">{{Cita|D'Ilario, 1976|pag. 80}}.</ref><ref name="Cita|Gianazza, 1975|pag. 14">{{Cita|Gianazza, 1975|pag. 14}}.</ref>. I tre  [[File:Car1176.jpg|thumb|Il [[Carroccio]] durante la battaglia di Legnano in un dipinto di [[Amos Cassioli]]]] Da queste asserzioni si può certamente dedurre l'inattendibilità dei racconti del Galvano<ref name="Marinoni pag. 38"/>. È infatti inverosimile che la battaglia sia stata vinta dalla Lega Lombarda grazie a tre colombe che misero in fuga il Barbarossa<ref name="Cita|D'Ilario, 1976|pag. 80"/>. Inoltre pare altrettanto dubbio il fatto che Milano, durante la situazione di ristrettezza economica causata dalla guerra, avesse fornito ben 900 anelli d'oro ai cavalieri<ref name="Cita|D'Ilario, 1976|pag. 81">{{Cita|D'Ilario, 1976|pag. 81}}.</ref>. In aggiunta sembra strano che le altre cronache dell'epoca non menzionino né la presenza di 300 carri falcati, che sarebbe stato un avvenimento molto particolare senz'altro degno di nota, né Alberto da Giussano né le tre compagnie militari<ref name="Cita|D'Ilario, 1984|pag. 31"/><ref name="Marinoni pag. 38"/><ref name="Cita|D'Ilario, 1976|pag. 81"/><ref>{{Cita|Grillo, 2010|pagg. 154-155}}.</ref>. Galvano Fiamma, infine, nei suoi scritti, per quanto riguarda le cronache della battaglia, riporta il toponimo di "Carate" in luogo di [[Cairate]] ed asserisce che gli scontri tra il Barbarossa e la Lega Lombarda siano stati ben due, una a "Carate" (1176) e la seconda tra Legnano e Dairago (29 maggio 1177), inventando quindi una fantomatica battaglia di Carate e spostando lo scontro di Legnano all'anno successivo<ref name="Cita|D'Ilario, 1984|pag. 31"/><ref name="Cita|D'Ilario, 1976|pag. 80"/><ref name="Cita|Gianazza, 1975|pag. 14"/>. Ciò suffraga la tesi che questi fatti raccontati in realtà non siano altro che delle fantasie di Galvano<ref name="Marinoni pag. 38"/><ref name="Cita|D'Ilario, 1976|pag. 81"/>. Il fatto che Alberto da Giussano e la Compagnia della Morte non siano mai esistiti è stata poi confermato da molte analisi storiche che si sono svolte nei decenni<ref name="Cita|Grillo, 2010|pag. 153"/>. | |||