Abba Lerner: differenze tra le versioni

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Dal [[1944]] in poi, Lerner sposta il suo interesse dalla teoria economica pura alle misure di politica economica. Si registrano poche eccezioni, come una sua (già citata) critica della teoria keynesiana del [[1952]] e un notevole tentativo di "sintesi" fra [[microeconomia]] e [[macroeconomia]] in un suo lavoro del [[1962]]. Un'altra notevole eccezione è la sua ricerca sull'[[inflazione]]: Lerner è forse il primo a capire quanto sia importante la sua influenza nella teoria neo-keynesiana in una lunga serie di articoli e libri (1944, 1947, [[1949]], 1951, [[1972]]). In particolare, introduce il concetto di "inflazione del venditore", una forma generale di inflazione che diventerà centrale nelle analisi di [[Sidney Weintraub]] e dell'[[Economia post-keynesiana]].
 
In queste sue analisi, Lerner scopre ancora una volta una lunga serie di concetti, prima ancora che essi venissero discussi dalla comunità scientifica: la possibilità della [[stagflazione]], il ''[[trade-off]]'' fra [[disoccupazione]] ed [[inflazione]] della [[curva di Phillips]], il concetto di "massimo pieno impiego" (una sortesorta di predecessore del [[tasso naturale di disoccupazione]] di Friedman), il differenziale fra gli effetti dell'inflazione attesa e inattesa e la [[teoria dei contratti impliciti]].
 
La mente di Lerner ribolle di nuove proposte di politica economica. Proprio le sue analisi sull'inflazione lo portano a formulare il "Market Anti-Inflation Plan" (MAP, [[1980]]). Il MAP è un piano di riduzione, o meglio di [[internalizzazione]], dei costi dell'inflazione attraverso un sistema di incentivi e disincentivi basato sulle forze del libero mercato. In base a tale sistema, un produttore le cui vendite in quel dato anno non raggiungano un particolare livello aggregato avrà diritto ad un "buono" per aumentare le sue vendite; viceversa, un produttore le cui vendite superino un particolare livello in quel dato anno subirà un disincentivo per ridurle. Questi "diritti di produzione" sono però commerciabili fra i vari produttori: in questo modo, il mercato internalizza le [[esternalità]] dovute all'inflazione e raggiunge l'obbiettivo di controllare il livello di [[domanda aggregata]], senza però perdere il dinamismo del libero mercato.