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Con regio decreto n. 96 del 15 febbraio [[1906]]<ref>Pubblicato sulla [http://augusto.digitpa.gov.it/#giorno=09&mese=05&anno=1906 ''Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia'', n. 109 del 9 maggio 1906.</ref>, cui era annesso il disciplinare per la costruzione e l'esercizio, l'amministrazione provinciale di Parma fu autorizzata ad esercire a trazione elettrica<ref name="elettriche">''[http://www.tep.pr.it/azienda/storia/tranvie_elettriche_provincia.aspx Le tranvie elettriche in provincia]''. URL consultato nel maggio 2015.</ref> le linee [[Tranvia Parma-Fornovo|Parma-Collecchio-Ozzano-Fornovo]], di 21,166 km e [[Tranvia Parma-Marzolara|Stradella-Sala-Felino-Calestano]], di 23,1 km, nonché a realizzare alcuni impianti all'interno della città, ossia il raccordo lungo 2,459 km fra la stazione delle tranvie di Barriera Bixio e la stazione FS ed il raccordo con lo scalo merci di quest'ultima, lungo 465 metri<ref name="OS278">F. Ogliari e F. Sapi, ''Ritmi di ruote'', op. cit. p. 278.</ref>. Con un ulteriore regio decreto, il n. 397 del 29 agosto [[1909]], alla stessa amministrazione provinciale fu inoltre concesso l'esercizio della nuova rete tranviaria di Parma costituita dalle linee Barriera Vittorio Emanuele-San Leonardo di 2,473 km con diramazione Barriera Saffi-Foroboario-scalo merci FS di 1,1 km e San Lazzaro-Crocetta di 5,268 km<ref name="OS278">F. Ogliari e F. Sapi, ''Ritmi di ruote'', op. cit. p. 278.</ref>. La Parma-San Secondo-Busseto, così come buona parte della rete d'origine, rimaneva dunque fuori dai programmi di ammodernamento.
 
 
 
 
 
 
=== La trazione elettrica ===
Con regio decreto del 15 febbraio 1906, ...
 
* [http://augusto.digitpa.gov.it/#giorno=09&mese=05&anno=1906 RD 96 del 15/2/1906] (GURI 109 del 9/5/1906: concessione alla Provincia di Parma delle tranvie elettriche Parma-Fornovo, Stradella-Calestano e "traversa interna di Parma"] (con annesso disciplinare, completo di lunghezze e sistema di trazione: 4000 V 25 Hz ca le foresi, 600 V cc la urbana)
 
...cui era annesso il disciplinare per la costruzione e l'esercizio, l'amministrazione provinciale di Parma fu autorizzata ad esercire a trazione elettrica<ref name="elettriche">''[http://www.tep.pr.it/azienda/storia/tranvie_elettriche_provincia.aspx Le tranvie elettriche in provincia]''. URL consultato nel maggio 2015.</ref> le linee [[Tranvia Parma-Fornovo|Parma-Collecchio-Ozzano-Fornovo]], di 21,166 km e [[Tranvia Parma-Marzolara|Stradella-Sala-Felino-Calestano]], di 23,1 km, nonché a realizzare alcuni impianti all'interno della città, ossia il raccordo lungo 2,459 km fra la stazione delle tranvie di Barriera Bixio e la stazione FS ed il raccordo con lo scalo merci di quest'ultima, lungo 465 metri<ref name="OS278">F. Ogliari e F. Sapi, ''Ritmi di ruote'', op. cit. p. 278.</ref>.
 
Con regio decreto n. 397 del 29 agosto 1909 alla stessa amministrazione provinciale fu concesso l'esercizio della nuova rete tranviaria di Parma costituita dalle linee Barriera Vittorio Emanuele-San Leonardo di 2,473 km con diramazione Barriera Saffi-Foroboario-scalo merci FS di 1,1 km e San Lazzaro-Crocetta di 5,268 km<ref name="OS278">F. Ogliari e F. Sapi, ''Ritmi di ruote'', op. cit. p. 278.</ref>.
 
=== Guerre e passaggi di società ===
AlScoppiata termine dellala [[primaPrima guerra mondiale]], la SNFT decise di uscire dal mercato tranviario: le linee parmensi (altrimenti denominate con l'appellativo di "foresi") furono cedute al gruppo Giuseppe Muggia e alla [[Banca Italiana di Sconto]], mentre quelle cremonesi furono cedute alla [[Provincia di Cremona|provincia]]. Al termine delle ostilità, durante le quali la gestione era avvenuta direttamente a cura della Provincia, nel [[1918]] l'esercizio della rete provinciale fu affidato a una nuova società appositamente costituita, la Compagnia Nazionale di Trasporti e Comunicazioni (CNTC)<ref name="OS288">F. Ogliari e F. Sapi, ''Ritmi di ruote'', op. cit. p. 288.</ref> la quale, pur impegnata in un vasto progetto di estensione ed elettrificazione delle linee, incontrò ben presto difficoltà economiche anche a causa della concorrrenzaconcorrenza dell'autotrasporto.
 
Durante la [[Prima guerra mondiale]], la SNFT decise di uscire dal mercato tranviario. Le linee parmensi furono cedute al gruppo Giuseppe Muggia e alla [[Banca Italiana di Sconto]], mentre quelle cremonesi furono cedute alla [[Provincia di Cremona|provincia]].
 
Al termine della [[prima guerra mondiale]], nel [[1918]] l'esercizio della rete provinciale fu affidato a una nuova società appositamente costituita, la Compagnia Nazionale di Trasporti e Comunicazioni (CNTC)<ref name="OS288">F. Ogliari e F. Sapi, ''Ritmi di ruote'', op. cit. p. 288.</ref> la quale, pur impegnata in un vasto progetto di estensione ed elettrificazione delle linee, incontrò ben presto difficoltà economiche anche a causa della concorrrenza dell'autotrasporto.
 
Il 5 novembre di tale anno fu tuttavia stipulata fra l'amministrazione provinciale e il Comune di Parma una convenzione che consentiva il riscatto delle tranvie da parte di quest'ultimo<ref name="OS296">F. Ogliari e F. Sapi, ''Ritmi di ruote'', op. cit. p. 296.</ref>.
 
Per fare fronte aalla talesuddetta situazione di crisi, nel [[1924]] fuvenne istituito il servizio cumulativo con le [[Ferrovie dello Stato]], furono attuate alcune modifiche all'armamento e immesse in servizio nuove vetture ad accumulatori<ref name="OS290">F. Ogliari e F. Sapi, ''Ritmi di ruote'', op. cit. p. 290.</ref>. In tale clima il 15 aprile [[1934]] fu soppressa la Pilastrello-Montecchio, ancora a vapore, prima fra le linee parmensi ad essere chiusa all'esercizio<ref name="OS290">F. Ogliari e F. Sapi, ''Ritmi di ruote'', op. cit. p. 290.</ref>.
 
In tale clima il 15 aprile [[1934]] fu soppressa la Pilastrello-Montecchio, ancora a vapore, prima fra le linee parmensi ad essere chiusa all'esercizio<ref name="OS290">F. Ogliari e F. Sapi, ''Ritmi di ruote'', op. cit. p. 290.</ref>.
 
Nel [[1937]] il Comune di Parma avviò le pratiche per l'acquisizione della rete secondo la convenzione del 1918, affidando altresì all'ATM di Milano la redazione di uno studio per la sostituzione in filovia della rete urbana, completato nel 1939. Una ulteriore convenzione, siglata nel 1939, accordava alla CNTC la possibilità di sostituire la residua rete a vapore con autoservizi, restituendo alla stessa Provincia l'esercizio diretto di quella elettrica entro il 31 dicembre 1941<ref name="OS296" />.
 
La rete a vapore vienevenne dunque soppressa:, ile 15con novembreessa 1937 furono chiuse le lineela Soragna-Fidenza, Fornacechiusa Bizzi-Madesanodefinitivamente eil Mano-Busseto. Il 1915 novembre 1939[[1937]]<ref funame="OS296" la/>. voltaLe dellalinee Parma-Soragna-Busseto,Fornovo e Parma-manoMarzolara, ea dellatrazione diramazioneelettrica, Mano-Roccabianca;così come il 1servizio giugnourbano 1940,di infineParma, vennerofurono autosostituitenel lafrattempo Parma-Traversetolotrasferite ealla Parma-LanghiranoSocietà Riunite Trasporti (SoRiT)<ref name="OS296" />.
<ref name="OS296" />.
 
Le linee Parma-Fornovo e Parma-Marzolara, a trazione elettrica, così come il servizio urbano di Parma, furono nel frattempo trasferite alla Società Riunite Trasporti (SoRiT)<ref name="OS296" />. Il sopraggiungere della seconda guerra mondiale frena ogni ulteriore trasferimento di competenze, portando alla proroga per ulteriori 2 anni dell'esercizio SoRiT dopo la cessazione del conflitto<ref name="OS297">F. Ogliari e F. Sapi, ''Ritmi di ruote'', op. cit. p. 297.</ref>, per cui la restituzione all'amministrazione provinciale avvenne il 15 aprile 1948<ref name="OS407">F. Ogliari e F. Sapi, ''Ritmi di ruote'', op. cit. p. 407.</ref>.
 
Con atto siglato l'8 maggio 1948 e formalmente approvato il successivo 28 giugno, l'amministrazione provinciale costituì l'azienda speciale Tranvie Elettriche Parmensi (TEP) che assunse conseguentemente la gestione delle linee extraurbane; per la rete urbana si dovette attendere fino al rogito siglato in data 30 dicembre 1950, data nella quale alla SoRiT subentrò il Comune di parma attraverso la neocostituita Azienda Municipalizzata Trasporti (AMT)<ref name="OS408">F. Ogliari e F. Sapi, ''Ritmi di ruote'', op. cit. p. 408.</ref>, la quale avvia la trasformazione del servizio in autofiloviario<ref name="OS409">F. Ogliari e F. Sapi, ''Ritmi di ruote'', op. cit. p. 409.</ref>. L'ultima corsa urbana avvenne il 25 novembre 1953<ref name="OS410">F. Ogliari e F. Sapi, ''Ritmi di ruote'', op. cit. p. 410.</ref>.
 
A sua volta la TEP, in conseguenza degli elevati oneri necessari al rinnovo degli impianti, iniziò un servizio misto tranviario e automobilistico sulle linee per Fornovo e Marzolara<ref name="OS410">F. Ogliari e F. Sapi, ''Ritmi di ruote'', op. cit. p. 410.</ref>, le quali furono definitivamente soppresse nell'aprile 1954<ref name="OS410">F. Ogliari e F. Sapi, ''Ritmi di ruote'', op. cit. p. 410.</ref>.