Deva: differenze tra le versioni
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Così la raccolta di inni più antica dei ''[[Veda]]'', il ''[[Ṛgveda]]'' (XX-XV secolo a.C.):
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Da notare che nei primi inni dei ''[[Veda]]'' un altro termine comune per indicare le divinità è ''[[Asura]]'':
{{Citazione|''Asura'' dalle mani d'oro, dalla corretta guida, colui che è misericordioso, che aiuta, vieni verso di noi. Respingendo i demoni e gli stregoni, emergi dal buio ''Deva'' da tutti invocato.|Ṛgveda, I, 35|hiraṇyasto asuraḥ sunītaḥ sumṛḍīkaḥ svavavāṃ yātv arvāṅ apasedhan rakṣaso yātudhānān asthād devaḥ pratidoṣam gṛṇānaḥ|lingua=sa}}
Così con il termine ''Asura'' vengono indicati nel ''[[Ṛgveda]]'' varie deità tra cui: [[Savitṛ]] (I, 35, 10), [[Varuṇa]] (I, 24, 14), [[Rudra]] (II, 1, 6), [[Indra]] (I, 174,1), [[Agni]] (V, 12, 1) e [[Soma (
== Gli Dei [[Veda|vedici]]''==
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Tuttavia, riprendendo Kuiper, Heesterman nota che se la genesi del cosmo si fonda sulla distruzione dell'unità primordiale con l'impresa di [[Indra]], riportata ad esempio nel ''[[Ṛgveda]]'' <ref>I,32,2-4</ref>
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E la conseguente separazione tra gli [[Asura]], legati alla stato primordiale, sconfitti e detronizzati, dai Deva. Tale descrizione del conflitto e della separazione si può chiaramente riscontrare, tuttavia, solo nei ''[[Brāhmaṇa]]'' che nei ''[[Veda]]'':
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È quindi con i ''[[Brāhmaṇa]]'' che l'India antica si avvia a mettere ordine non solo nei rituali ma nei racconti fondanti gli stessi.
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== La natura dei ''Deva'' nell'[[Induismo]]==
{{NN|religione|marzo 2010}}
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La questione della natura dei deva può essere esaminata da tre punti di vista:
# Secondo la filosofia dell'[[Advaita Vedānta]] e certi passaggi della [[Bhagavad gita]], delle [[Upaniṣad]] e dei [[Veda]], tutti i deva sono manifestazioni dell'[[Īśvara]], il Signore Supremo. Di conseguenza, si tratta di manifestazioni multiple dell'Uno nel mondo degli esseri umani. Per adorare Ishvara, il devoto concepisce una forma antropomorfica. Secondo il [[Rig Veda]] "''ekam sat vipra bahudha vadanti''":{{Citazione necessaria|"Il vero Dio è uno, anche se i saggi si rivolgono a Lui con differenti nomi"}}. Si tratta dell'interpretazione della Scuola "Smarta".
# Secondo i filosofi del ''Nyaya'', del ''Vaisheshika'', e dello ''[[Yoga]]'', e la maggior parte dei [[Vaishnava]] e degli [[Śivaismo|Shivaiti]], che traggono le loro interpretazione dalla [[Sruti]] e dalla Bhagavad gita, i deva sono degli esseri celesti immortali che sono subordinati al Signore Supremo, ma sono al di sopra degli esseri umani. Allo stesso modo, esistono degli [[Angelo|angeli]] che presiedono le forze della [[natura]] e fungono da tramite, alla maniera di [[Hermes]], tra Dio ed il mondo dei mortali. I loro poteri derivano da Dio, ed operano sotto il Suo controllo.
# Secondo la filosofia [[Mimansa]], tutti i deva sono i sovrani delle forze della natura, e non esiste un Dio. Affinché i loro desideri vengano realizzati, gli esseri umani devono compiacere uno o più deva, adorandoli secondo dei rituali rigidamente codificati. Questa concezione, vicina all'[[animismo]], può essere considerata come puramente [[politeismo|politeistica]], ed è praticata oggi soprattutto nelle classi più popolari.
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Ai deva è demandato il governo delle cose della natura, come il fuoco ([[Agni]]), la pioggia ([[Indra]]), il vento ([[Vayu]]), il mare ([[Varuna]]), l'alba ([[Usha]]) ed anche fenomeni come il piacere ([[Kama]]) e la morte ([[Yama]]).
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