Capo Alga: differenze tra le versioni
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== Storia ==
Completato nel 1918 nei [[cantiere navale|cantieri]] Delaware River Iron Shipbuilding & Engine Works di [[Chester (Pennsylvania)|Chester]] (come [[scafo]] numero 340) per
La Munson Line fallì nel 1937: nel 1938<ref name="shipbuildinghistory"/><ref name="ellisisland"/> il piroscafo venne acquistato dalla [[Società anonima]] Compagnia Generale di [[Navigazione]] a [[Vapore]], con [[sede legale|sede]] a [[Genova]], che lo ribattezzò ''Capo Alga'' e lo iscrisse, con matricola 2213, al [[Compartimento marittimo]] di Genova<ref name="nmp"/>.
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All’ingresso dell’[[Italia]] nel [[secondo conflitto mondiale]], il 10 giugno 1940, il ''Capo Alga'', al comando del [[capitano]] Bozza, si trovava a [[Santa Cruz de Tenerife]], nell’[[Isole Canarie|arcipelago delle Canarie]], territorio [[Spagna|spagnolo]] e [[neutralità|neutrale]]<ref name="nmp"/>, dove venne [[internamento militare|internato]]<ref name="dupuis"/><ref name="nmp">Rolando Notarangelo, Gian Paolo Pagano, ''Navi mercantili perdute'', p. 97</ref>. Nei successivi mesi la nave stazionò inattiva in tale [[porto]].
Nel frattempo lo [[Stato Maggiore]] della [[Regia Marina]] aveva proposto ed ottenuto di mettere a punto un piano per far forzare il [[blocco navale|blocco]] [[Alleati della seconda guerra mondiale|alleato]] da parte dei [[nave cargo|mercantili]] rifugiati nelle nazioni neutrali più benevole nei confronti
Il ''Capo Alga'' lasciò Santa Cruz de Tenerife, con a bordo il carico che aveva nelle [[stiva|stive]] sin dal giugno 1940, il 1º aprile 1941<ref name="nmp"/><ref>''Navi mercantili perdute'' parla del 1° e del 18 giugno 1941 come date di partenza ed arrivo, ma si tratta probabilmente di un errore.</ref>. Raggiunto il [[mare]] aperto, il piroscafo compì varie [[manovra|manovre]] ed evoluzioni per confondere le idee allo [[spionaggio]] inglese ed ai [[peschereccio|pescherecci]] che incrociavano poco fuori del [[porto]], in modo che non fosse possibile comprendere quale rotta avrebbe seguito, poi assunse rotta verso ovest, allontanandosi coperto dal [[oscurità|buio]] della [[notte]]<ref name="dupuis"/>. La nave seguì rotte lontane da quelle usuali, per evitare di incontrare navi nemiche, procedendo ad una velocità di circa 15 nodi<ref name="dupuis"/>. Seguendo le disposizioni impartite da [[Supermarina]], il mercantile navigò per diversi giorni senza problemi od incontri, grazie all’assenza di [[luna]], ma una notte la nave venne sorvolata da un quadrimotore nemico, proprio mentre dal [[fumaiolo]], per un problema in [[sala macchine]], aveva iniziato ad emettere un [[fumo]] particolarmente denso<ref name="dupuis"/>. Il [[velivolo]], tuttavia, si allontanò senza accorgersi della presenza della nave italiana<ref name="dupuis"/>. L’indomani, all’[[Alba (giorno)|alba]], venne avvistata a proravia la colonna di fumo prodotta da una nave, che venne evitata accostando prontamente in fuori<ref name="dupuis"/>. Procedendo alla massima velocità, alcuni giorni più tardi il ''Capo Alga'' oltrepassò [[Capo Finisterre]] e giunse nel [[golfo di Biscaglia]], arrivando, al [[tramonto]] del 15 aprile, a 95 miglia dalla [[costa]] della [[Francia]]<ref name="dupuis"/>. La nave iniziò quindi a costeggiare il [[litorale]], e nel [[pomeriggio]] del 16 aprile avvistò a proravia due [[dragamine]] [[Kriegsmarine|tedeschi]], che procedevano alla massima velocità verso il piroscafo italiano<ref name="dupuis"/>. Vennero effettuati i segnali di riconoscimento (e, come frequente, anche un saluto), dopo di che il ''Capo Alga'' si pose nella [[scia]] delle due unità tedesche, che lo scortarono a [[Saint Nazaire]] (per altra fonte a [[Nantes]]<ref name="nmp"/>), ove il piroscafo giunse nelle prime ore della notte del 17 aprile<ref name="dupuis"/>.
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Sbarcato il carico, l’[[equipaggio]] del ''Capo Alga'' venne rimpatriato, mentre il piroscafo venne utilizzato dalla Kriegsmarine quale nave [[magazzino|deposito]]<ref name="dupuis"/>.
In seguito alla [[proclamazione]] dell’[[armistizio di Cassibile|armistizio]] dell’8 settembre 1943 il ''Capo Alga'' venne catturato a Nantes<ref name="wlb"/> dalle forze tedesche<ref name="nmp"/>. Il 18 agosto 1944 gli stessi tedeschi, in ritirata, autoaffondarono il piroscafo nell’[[estuario]] della [[Loira]] (secondo altre fonti a Nantes<ref name="wlb">[http://www.wlb-stuttgart.de/seekrieg/verluste/italien-beute.htm Verluste der italienischen Handelsflotte 1939-1945]</ref> od a [[Saint Nazaire]]<ref name="shipbuildinghistory"/>), onde creare
== Note ==
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