Cinema italiano: differenze tra le versioni
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Altro film di estrema importanza è il duro e realistico ''[[Detenuto in attesa di giudizio]]'' ([[1971]]) di [[Nanni Loy]], con protagonista un insolito [[Alberto Sordi]]. Il film del regista sardo è una sorta di incubo [[Franz Kafka|kafkiano]], perfettamente calato nella realtà sociale del tempo. La pellicola ha suscitato ampio scalpore, in quanto, per la prima volta, un'opera cinematografica denunciava la drammatica arretratezza dei sistemi giudiziario e carcerario italiani.
[[File:Detenuto in attesa di giudizio.JPG|thumb|destra|upright|[[Alberto Sordi]] in ''[[Detenuto in attesa di giudizio]]'' ([[1971]]) di [[Nanni Loy]]]]
Anche se non strettamente legato alla realtà italiana si può ricordare ''[[La battaglia di Algeri]]'', dell'autore toscano [[Gillo Pontecorvo]] (1966). L'opera è una potente ricostruzione degli eventi civili e militari che portarono l'[[Algeria]] all'indipendenza dal colonialismo francese. Acclamato da critica e pubblico, Il film ([[Leone d'oro]] a Venezia), è divenuto nel tempo una delle opere italiane più conosciute
Nel 1969 [[Marlon Brando]] è il protagonista di un nuovo film politico sempre diretto da Pontecorvo: ''[[Queimada]]'', che descrive le sopraffazioni del colonialismo e la rivolta dei popoli oppressi in un paese del [[Sud America]]. Da ultimo, Il regista pisano affronta, nel 1979, il tema della [[Euskadi Ta Askatasuna|resistenza antifranchista basca]] in ''[[Ogro]]'', con [[Gian Maria Volonté]], raccontando la vicenda dell'attentato all'Ammiraglio [[Luis Carrero Blanco]], avvenuto nel [[1973]]. Un altro regista legato al cinema politico e d'impegno sociale è l'emiliano [[Florestano Vancini]], che nelle sue opere più riuscite ha coniugato la robustezza della ricostruzione storica con il resoconto di crisi sentimentali e soggettive. Tra le sue opere più note si ricordano: ''[[La lunga notte del '43]]'' (1960), ''[[Le stagioni del nostro amore (film)|Le stagioni del nostro amore]]'' (1966) e ''[[Il delitto Matteotti (film 1973)|Il delitto Matteotti]]'' (1973).
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[[Sergio Leone]] è unanimamente considerato il precursore del cinema western all'italiana. Figlio del cineasta [[Roberto Roberti]], dopo alcune prove come aiuto regista in varie produzioni hollywoodiane, fa il suo esordio alla regia nel 1961, con il [[peplum]] ''[[Il colosso di Rodi]]''. Due anni più tardi, sulla scia dei grandi maestri americani, si dedica al genere western lanciando nelle sale il film ''[[Per un pugno di dollari]]'', seguito da ''[[Per qualche dollaro in più]]'' (1965) e dal ''[[Il buono, il brutto, il cattivo]]'' (1966). Tali film vengono comunemente denominati la [[trilogia del dollaro]]. La forza innovativa di tali pellicole risiede nel rifiuto del western americano tradizionale, non più incentrato sul mito della frontiera o sulle guerre con gli indiani ma su eroi cinici e disincantati, avvolti in un mondo dove conta solo la violenza e la sopraffazione<ref>{{Cita|Paolo Mereghetti|p. 2517}}</ref>. Tutto ciò è rafforzato da uno stile registico irreale e iperbolico, perfettamente coadiuvato dalle colonne sonore di [[Ennio Morricone]].
La qualità filmica della trilogia raggiunge l'apice con ''[[Il buono, il brutto, il cattivo]]'': una sorta di aggiornamento de ''[[La grande guerra]]'' di [[Mario Monicelli]] e raccontato mescolando toni picareschi a momenti di grande lirismo.
A questo trittico seguiranno il [[kolossal]] epico ''[[C'era una volta il West]]'' ([[1968]]), girato in parte nella [[Monument Valley]], e ''[[Giù la testa]]'' ([[1971]]). [[Sergio Leone]], snobbato all'epoca da buona parte della critica, viene oggi celebrato come uno dei registi italiani più noti e acclamati nel mondo.<ref>{{cita web|url=http://www.treccani.it/enciclopedia/sergio-leone_(Enciclopedia-del-Cinema)/|titolo= Sergio Leone - Treccani |accesso=01 giugno 2015}}</ref>
Il successo mondiale dei film di Leone apre la strada a una moltitudine d'imitazioni ''made in Italy'' (circa cinquecento pellicole spalmate in quindici anni), alcune delle quali hanno riscontrato un notevole seguito sia nazionale che estero. È il caso del lungometraggio ''[[Django]]'' ([[1966]]), diretto da [[Sergio Corbucci]]. ''Django'' (primo western italiano vietato ai minori di diciotto anni) ha conosciuto una larga fortuna oltre oceano, lanciando il divo e primo attore [[Franco Nero]]. Il film ha dato vita a una miriade di imitazioni e un solo [[sequel]] originale: ''[[Django 2 - Il grande ritorno]]'', per la regia di Ted Archer (1987). Il regista americano [[Quentin Tarantino]] ha intitolato il suo primo e unico western con il nome di ''[[Django Unchained]]'', dichiarato omaggio al film di Corbucci. Oltre a [[Franco Nero]] si sono distinti nel genere altri attori di fama quali [[Giuliano Gemma]], [[Fabio Testi]] ed [[Enrico Maria Salerno]].
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