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I '''Soummakis''' (detti altrimenti '''Summachi''' o '''Sumachi'''; Σουμμάκης o Σουμάκη in greco; o '''Sammarruco''' per il ramo trasferito in Terra d’Otranto) sono un'antica famiglia di [[Zante]] che si è distinta nelle province greche della Repubblica Veneta.
 
 
I '''Soummakis''' (detti altrimenti '''Summachi''' o '''Sumachi'''; Σουμμάκης o Σουμάκη in greco; o '''Sammarruco''' per il ramo trasferito in Terra d’Otranto) sono un'antica famiglia di Zante che si è distinta nelle province greche della Repubblica Veneta.
 
 
==Storia==
 
Originari di [[Costantinopoli]] passati a [[Creta]], vennero iscritti al Libro d’Oro della nobiltà di [[Zante]] tra le famiglie originarie (nobili tra il 1483 ed il 1572).
 
==[[=Zante]]===
 
Vari personaggi della famiglia sono ricordati in atti e pubblicazioni.
 
''Giorgio S.'' da [[Zante]], citato, in un atto del settembre 1582 del sultano Murad III al [[Doge (Venezia)|Doge
]] Nicolò da Ponte, quale importante finanziatore di un carico marittimo, alla presenza del ''cadì'' di Kalamata (Calamino).
 
Nel XVII secolo la famiglia S. si distinse nella letteratura con il nobile ''Angelo S.'' nel 1628, autore di una storia della rivolta di [[Zante]] , e con lo storico nobile ''Michele S.'' nel 1658, autore di un celebre ''Pastor Fido''.
 
Nel 1683 ''Giorgio (Zorzi) S.'', notaio, era tra i 14 firmatari delle regole di aggregazione della Nobiltà di Zante (ratificate nel 1684 dal Senato di [[Venezia]]). Egli all’estinzione del ramo principale dei S. (1691), venne iscritto nel 1692 nel Libro d’Oro della nobiltà di [[Zante]] ed aggregato al Maggior Consiglio in sostituzione di un membro della famiglia Fusco (Fuschi).
 
''Demetrio S.'' nato a [[Venezia]], ma figlio di un medico di Santa Maura nobile di [[Zante]] , fu cinque volte Cancelliere della Serenissima (1754-1772) tra Santa Maura, Prevesa ed Asso. Si ricorda che le professioni consentite ai Nobili di Zante erano solo quelle di medico, avvocato, religioso, professore, notaio, artista e orafo.
 
Si ricordano tra i nobili S., in particolare, ''Lodovico'', ''Giorgio'', ''Caterina'', ''Antonio'', ''Giorgio di Antonio'', ''Angelo'', ''Michele'' e ''Zorzi (Giorgio)''.
 
==[[=Otranto]]===
 
La famiglia si legò anche alla nobile famiglia dei Conti Balsamo di [[Zante]] . Nel corso del secolo XIX, a seguito dei rivolgimenti politici che avevano coinvolto le isole Ioniche, un ramo dei S. si trasferì da [[Zante]] ad [[Otranto]] ove si imparentò con famiglie della nobiltà locale e divenne un discreto proprietario terriero. Il cognome venne storpiato nella vulgata locale nel più familiare Sammarruco e così progressivamente italianizzato e definitivamente adottato.
 
''Vincenzo Sammarruco'', di ''Pietro'', industriale e facoltoso proprietario terriero, sempre orgoglioso dell’origine greca, riscontrabile anche nei tratti, sposa la nobile Saveria Nachira, di Giuseppe Nachira Nachira e di Caterina Nachira Renis, famiglia decurionale di [[Uggiano la Chiesa ]] ove esiste ancora l’antica dimora familiare, discendente dal colto monaco basiliano, il nobile Macario Nachira, uno degli 800 [[Martiri di Otranto]], trucidati per la fede dai Turchi nel 1480, santificati nel 2013.
Della numerosa prole di ''Vincenzo'', si ricordano, per via femminile, tra le altre le figlie ''Maria Addolorata (Nina)'' sposata a S.E. Don Ramiro Duràn Figueros, Ambasciatore Straordinario Plenipotenziario del [[Guatemala]] in [[Italia]], già Consigliere d’Ambasciata presso la [[Santa Sede]] , ''Giuseppina (Peppina)'' vedova del Comm. Don Cesare de Mori, Cameriere Segreto di Spada e Cappa di S.S. e ved. dell’avv. Luigi Bruni, proprietaria dello splendido palazzo de Mori Sammarruco del ‘400 recentemente restaurato e portato a nuovo splendore, ''Maria Donata (Donatina)'' sposata al Nobile Mario Giacomi Giacobini, ''Maria Antonietta (Tetta)'' sposata Sparro, ecc. Molti S. hanno ricoperto la carica di consigliere e sindaco di Otranto, da ultimo l’avvocato ''Corrado S.''.
 
==Bibliografia==