La Tempra: differenze tra le versioni
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La rivista apre, come consuetudine, con una ''Dichiarazione'' stesa da Fondi, forse con l'apporto di [[Giovanni Costetti]].
{{Citazione|Le molte dottrine, anche nuovissime, fatte per le comunanze non ci soddisfano se non in parte. Ci siamo rifugiati in molte scuole ma non abbiamo potuto ritrovarci, né sviluppare completamente le nostre energie, gli altri, uno per uno, ma non a loro spese, tendono sempre e dovunque all’autosviluppo, diminuendo la misura delle nostre attività di spirito. Ci è necessaria ora un’indipendenza assoluta. Siamo un po’ penetrati nella psicologia del misticismo contemporaneo: autosuggestione. Abbiamo saggiato il [[futurismo]] – movimento battagliero che ha molti meriti, ma che manca ancora di un forte contenuto etico - e ci siamo sentiti se non molto lontani certo neanche disposti a metterci nelle sue file. Abbiamo vissuto in combriccole, in taverne, in bassifondi della letteratura, e ne siamo usciti nauseati. Ora andiamo creandoci intorno, da noi stessi, un’atmosfera che si assuefaccia alle nostre esigenze spirituali.}}
La testata si colloca
I caratteri che vengono mutuati dalla cultura contemporanea sono infiniti e provengono tutti dal repertorio delle riviste fiorentine: [[individualismo]], [[idealismo]] e [[indipendenza]] costituiscono i cardini principali, ma non i soli.
Tra i prestigiosi collaboratori figurano: [[Giovanni Michelucci]], [[Ildebrando Pizzetti]], [[Giovanni Papini]], [[Giuseppe Prezzolini]], [[Bino Binazzi]].
La rivista nasce come periodico quindicinale, ma continua a uscire con grande irregolarità
{{Portale|Editoria|Letteratura}}
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