Ars oratoria: differenze tra le versioni
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
m ortografia |
m apostrofo tipografico |
||
Riga 28:
Per memorizzare i suoi discorsi Cicerone utilizzava una [[Mnemotecnica#La tecnica dei loci|tecnica associativa]] che venne chiamata tecnica dei ''loci'' o tecnica delle stanze.<ref>{{cita web|titolo=La tecnica dei loci ciceroniani|url=http://www.memobase.it/Loci.asp?MenuId=28|accesso=2008-01-14}}</ref> Egli scomponeva il discorso in parole chiave e parole concetto che gli permettessero di parlare dell'argomento desiderato e associava queste parole, nell'ordine desiderato, alle stanze di una casa o di un palazzo che conosceva bene, in modo creativo e insolito. Durante l'orazione egli immaginava di percorrere le stanze di quel palazzo o di quella casa, e questo faceva sì che le parole concetto del suo discorso gli venissero in mente nella sequenza desiderata. È da questo metodo di memorizzazione che derivano le locuzioni italiane "in primo luogo", "in secondo luogo" e così via.
===
{{Vedi anche|Alto Impero romano}}
Riga 36:
{{Vedi anche|Marco Fabio Quintiliano}}
Le fonti dell'opera furono, quasi certamente, la "Retorica" d'[[Aristotele]] e proprio gli scritti retorici dell'Arpinate, anche se, a differenza di quest'ultimo, egli intende formare non tanto l'uomo di stato, guida del popolo, ma semplicemente e principalmente l'"uomo". Di conseguenza, mentre le analisi di Cicerone s'incentravano sull'ambito strettamente letterario e larvatamente "politico", Quintiliano affronta le varie questioni con un'ampiezza tale di orizzonti culturali e di motivazioni "pedagogiche" da proporsi decisamente come un ''unicum'' nella storia letteraria latina.
|