Periandro: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
m correzione estetica
salvo poi continuo
Riga 30:
|Epoca =
|Nazionalità = greco antico
|FineIncipit = è stato il secondo [[tiranno]] di [[Corinto]], figlio del primo tiranno [[Cipselo]], al quale successe nel [[627585 a.C.]], secondo la data maggiormente accreditata tra gli storici.<ref>{{cita|Giannini|p. 8}}.</ref> Tramite la nonna paterna Labda discendeva dai nobili [[Bacchiadi]], ex dominatori della città. Per la sua intelligenza e saggezza, anche se in lui alcuni associano la figura di un tiranno crudele, fu annoverato come uno dei [[Sette sapienti greci|sette sapienti]]
|Immagine =
|Didascalia =
}}
 
== Il problema della cronologia di Periandro ==
==Scenario storico==
La datazione del regno di Periandro si divide principalmente in due correnti, variamente sostenute: l'una accetta una "datazione alta" per la tirannide di Periandro (indicativamente 627 a 585 a.C.); e l'altra, sostenuta esclusivamente dalla testimonianza di [[Erodoto]], prevede una "datazione bassa" (indicativamente 580 a 540 a.C.) per primo sostenuta dallo storico tedesco [[Julius Beloch]] agli inizi del [[XX secolo]].<ref>{{cita libro|autore=K. Julius Beloch|titolo=Griechische Geschichte|anno=1912|volume=I|p=274-76}}</ref><ref>{{cita|Giannini|p. 7-8}}.</ref>
 
=== La cronologia alta ===
La cronologia alta si fonda sulle testimonianze di [[Diogene Laerzio]] (''Vite dei filosofi'', I, 95-98), [[Eusebio di Cesarea|Eusebio]] (''Chronicon'', Olimpiade 38) e sulla ''Suda'' (alla voce ''Περίανδρος'').
 
=== La cronologia bassa ===
Come smentita per la cronologia alta, è presente la testimonianza di Erodoto (V, 94-95), che nel passo delle sue ''Storie'' lascia intendere che Periandro era ancora tiranno di Corinto al tempo dell'ascesa di Pisistrato ad Atene, dopo il primo esilio, e cioè durante gli anni [[540 a.C.]] La [[tradizione]] diretta del testo erodoteo non presenta ambiguità al proprio interno e si presta a una chiara traduzione. Così scrive lo storico di Alicarnasso:
 
== Biografia ==
Periandro si occupò di potenziare il commercio, attività cui la città di [[Corinto]] era particolarmente votata: a lui si deve l'ammodernamento del porto della città, con la costruzione del [[Diolkos]], una rampa che permetteva alle navi il passaggio dell'[[istmo di Corinto]], evitando il [[periplo]] del [[Peloponneso]]. Grazie agli introiti derivati dal pedaggio Periandro abolì il pagamento delle tasse. Fondò Potidea in Calcidica, che esportava in Tracia, e Apollonia in Illiria.
Strinse alleanze e intrattenne rapporti con altri [[tiranni]], forse per evitare possibili ripristini dei precedenti regimi oligarchici: oltre al suocero [[Procle]], tiranno di [[Epidauro]] (che in seguito depose), notevole è il rapporto con [[Trasibulo di Mileto|Trasibulo]], tiranno di [[Mileto (Asia Minore)|Mileto]], che ebbe secondo Erodoto notevole influenza sul suo modo di tenere il potere.
Riga 43 ⟶ 52:
Dopo aver governato per quarant'anni, lasciò il potere al nipote Psammetico.
 
== La crudeltà leggendaria ==
Nelle fonti emerge soprattutto la crudeltà di Periandro, soprattutto rispetto alla relativa mitezza del padre.
Per consiglio del tiranno [[Trasibulo di Mileto]] uccise o deportò quanti fra quelli che potevano sperare di rovesciare i Cipselidi erano stati risparmiati dal padre.