Canzone: differenze tra le versioni

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===1918-1929===
[[File:tangodellecapinere.jpg|307x307px|right|thumb|Un tipico spartito degli anni venti]]
È negli anni intorno alla [[Prima Guerra Mondiale|Grande Guerra]] che si afferma la canzone italiana con i caratteri che oggi conosciamo: scritta da autori noti, in lingua italiana, sempre più svincolata dai moduli operistici, semmai spesso scritta su ritmi da ballo ([[valzer]], [[tango]], [[foxtrot (danza)|fox-trot]] ed altri). La produzione è ormai continua e la diffusione nazionale (almeno nelle città). Il luogo dove nasce questa nuova canzone è il ''[[Tabarin (locale)|tabarin]]'' e perciò è destinata alle classi agiate. Al ''tabarin'' si esibiscono i primi cantanti, rigorosamente in abito da sera (in [[Cilindro (abbigliamento)|cilindro]] e [[marsina]] gli uomini, in abito lungo e boa di pelliccia le donne): [[Armando Gill]] (''Come pioveva''), [[Gino Franzi]] (''[[Scettico blues]]'', ''Lucciole vagabonde''), [[Anna Fougez]] (''Vipera'', ''Abat-jour'', ''Addio signora''), [[Isa Bluette]] (''[[Creola (brano musicale)|Creola]]''). I maggiori autori di canzoni degli [[anni 1920|anni venti]] furono [[E.A. Mario]] (''Vipera'', ''[[Balocchi e profumi (brano musicale)|Balocchi e profumi]]'') e la coppia [[Bixio Cherubini|Cherubini]]-[[Cesare Andrea Bixio|Bixio]] (''[[TangoIl tango delle capinere]]'', ''Violino tzigano'', ''Mamma''), tutti autori che continuarono a scrivere canzoni di successo fino agli anni Quaranta.<br />Le canzoni del ''tabarin'' descrivevano l' amore in termini cinici e crudi, in antitesi al perbenismo borghese e cattolico, talvolta tuttavia terminavano con un colpo di scena moralistico e lagrimevole.<br />Epigona di questo mondo può essere considerata [[Milly (cantante)|Milly]], che, tuttavia, saprà far propri i successivi sviluppi della canzone, tanto che alla fine di una lunga carriera, negli anni Sessanta, canterà [[Bertold Brecht|Brecht]], [[Giorgio Gaber|Gaber]] e [[Fabrizio De André|De André]] e si esibirà al fianco di [[Enzo Jannacci|Jannacci]].
 
Per completare il panorama canoro degli [[Anni 1920|anni venti]], bisogna ricordare che questo è il periodo d'oro dell'[[operetta]] italiana, e che le più celebri arie delle operette sono state spesso cantate da sole, come semplici canzoni (ad esempio ''Salomé'').