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Il [[Palazzo di Iyasu]] è situato a nord-est rispetto al castello di Fasilide. Definito un tempo "più bello della casa di Salomone" per i sontuosi arredamenti, che presentavano sedie e specchi veneziani e pareti decorate con [[foglia d'oro]] e avori, venne pesantemente danneggiato da un terremoto nel [[1704]] e dai bombardamenti inglesi durante la [[Seconda guerra mondiale|Seconda Guerra Mondiale]]. A nord del Palazzo di Iyasu si trovano le rovine della [[Sala dei banchetti]] e delle stalle; a ovest la biblioteca voluta da Giovanni I, pesantemente rimaneggiata durante l'occupazione italiana. Sempre nel lato nord del complesso sorgono le rovine del [[Salone dell'imperatore Dawit]] (1716-1721) e della [[Casa del Canto]], ove un tempo si svolgevano riti religiosi e si tenevano spettacoli. Il successore di Dawit, Bakaffa (1721-1730), vi fece erigere una sala dei banchetti e le scuderie. Il [[Castello di Mentewab]] venne realizzato per volere della moglie di Bakaffa, e alla stessa si deve il complesso di [[Kuskuam]].<ref>{{Cita libro|autore = Jean-Bernard Carillet - Stuart Butler - Dean Starnes|titolo = Etiopia e Eritrea|anno = 2010, p. 118|editore = EDT|città = }}</ref>
 
<nowiki> </nowiki>Nelle vicinanze della città, a circa 2 km in direzione nord-ovest si trovano i [[Bagni di Fasilide|Bagni di Fasilide.]]. Il complesso venne molto probabilmente realizzato per ospitarvi cerimonie religiose, similari a quelle che ogni anno si svolgono ancora oggi in occasione del [[Timkat]]. Dopo aver riempito la grande vasca rettangolare con le acque di un fiume lontano 500 km e dopo la benedizione di un sacerdote, una folla di fedeli vi fa il bagno. La cerimonia rievoca il [[Battesimo di Gesù|Battesimo]] di [[Gesù|Cristo]] nel [[Giordano (fiume)|Giordano]] e testimonia il rinnovamento della professione di fede.
 
La [[Chiesa di Debre Berhan Selassie]], sopravvissuta al saccheggio dei [[Derviscio|dervisci]] sudanesi attorno al 1880, secondo la leggenda grazie all'intervento di un enorme sciame d'api, è una delle più belle chiese dell'Etiopia. Gli affreschi parietali rappresentano un compendio dell'iconografia e della cultura religiosa etiope: particolarmente famose sono le scene in cui è rappresentato l'Inferno. La chiesa è frutto di una ricostruzione del XVIII secolo, sulle rovine di quella precedente, risalente a più di un secolo prima, e fu fatta erigere da Iyasu I. L'edificio è circondato da mura intervallate da dodici torri (che simboleggiano gli apostoli), mentre una tredicesima, più imponente e posta all'entrata, simboleggia Cristo, rappresentato sotto forma di [[Leone di Giuda]]. Alcuni storici ritengono che Iyasu avesse l'intenzione di trasferirvi l'[[Arca dell'Alleanza]] da [[Axum]].<ref>{{Cita libro|autore = Jean-Bernard Carillet - Stuart Butler - Dean Starnes|titolo = Etiopia e Eritrea|anno = 2010, p. 119|editore = EDT|città = }}</ref>