Giuseppe Garibaldi: differenze tra le versioni
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[[File:Loano-Maria Rosa Nicoletta Raimondi.jpg|left|thumb|Targa presso la casa natale di Rosa Raimondi, madre di Garibaldi, a [[Loano]]]]
Giuseppe Garibaldi nacque a [[
Fu battezzato il 29 luglio 1807 nella chiesa di San Martino di Acri e registrato come Joseph Marie Garibaldi, cittadino francese.<ref>{{Cita |Carcassi|pag. 11}}</ref><ref>{{Cita|Possieri|p. 53}}</ref>
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Garibaldi, massone e anticlericale convinto, [[deismo|deista]] ma non [[ateo]]<ref>«Come è noto Garibaldi maturò un forte anticlericalismo, per quanto non fosse ateo, ma anzi profondamente religioso e, una volta iniziato alla massoneria, "appassionatamente credente nel suo Ente deistico"» in ''Garibaldi: cultura e ideali'' Atti del LXIII congresso di storia del Risorgimento italiano (a cura di Stefania Bonanni). Roma, Istituto per la storia del Risorgimento italiano, 2008, p.511</ref> inserì nel proprio testamento anche alcuni passaggi tesi a sventare eventuali tentativi di conversione alla religione cattolica negli ultimi attimi della vita:
{{Citazione|Siccome negli ultimi momenti della creatura umana, il prete, profittando dello stato spossato in cui si trova il moribondo, e della confusione che sovente vi succede, s'inoltra, e mettendo in opera ogni turpe stratagemma, propaga coll'impostura in cui è maestro, che il defunto compì, pentendosi delle sue credenze passate, ai doveri di cattolico: in conseguenza io dichiaro, che trovandomi in piena [[ragione]] oggi, non voglio accettare, in nessun tempo, il ministero odioso, disprezzevole e scellerato d'un prete, che considero atroce nemico del genere umano e dell'Italia in particolare. E che solo in stato di pazzia o di ben crassa ignoranza, io credo possa un individuo raccomandarsi ad un discendente di [[Tomás de Torquemada|Torquemada]]<ref>{{cita libro|Giuseppe |Garibaldi|Giuseppe Armani|Memorie: con una appendice di scritti politici, pag 390|1982|Biblioteca universale Rizzoli|}}</ref>}}
== Cronologia ==
[[File:GaribaldiParlamento1861WP.jpg|thumb|[[Torino]], 18 aprile [[1861]], prima seduta del neocostituito Parlamento Nazionale. Garibaldi pronuncia un discorso contro il governo di [[Camillo Benso, conte di Cavour|Cavour]]]]
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