Fedro: differenze tra le versioni

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'''Fedro''' ([[20 a.C.]] - [[50]] d.C. circa) è stato un [[favola|favolista]] latino attivo sotto [[Tiberio (imperatore romano)|Tiberio]], [[Caligola]], e [[Claudio (imperatore romano)|Claudio]]. Nel quadro della [[letteratura]] della [[prima età imperiale]], è uno dei pochissimi autori di nascita non libera: infatti era uno schiavo [[Tracia|trace]] (o [[macedonia|macedone]] secondo altre fonti) e nei manoscritti delle sue opere è citato come ''libertus Augusti'', poiché sembra che sia stato liberato dall'[[Augusto (imperatore romano)|imperatore]].
 
I codici tramandano circa novanta sue favole, divise in cinque libri, in senàri giambici, ma il ''corpus'' originario era molto più ampio. Tale corpus, fu con ogni probabilità sottoposto, soprattutto in età tardomedievale e rinascimentale, a mutilazioni ed integrazioni di varia natura. La ragione va ricercata nell'utilizzo di queste favole a scopi didattici, data la loro brevità e semplicità, ed in particolare per l'apprendimento dei primi rudimenti del latino. Sono sicuramente genuineattribuibili all'autore anche le favole raccolte nell'''Appendix Perottina'' (dal nome dall'umanista [[Niccolò Perotti|Perotti]], curatore della raccolta); altre favole si possono ricostruire dalla [[parafrasi]] in [[prosa]].
Non pare che questo umile, ma dignitoso ed arguto favolista abbia ottenuto unpresso notevolei contemporanei quel successo che avrebbe meritato, almeno presso il pubblico dotto, ma i suoi testi, riscoperti nel [[XV secolo]], furono ripagati da notevole fortuna in [[età moderna]]. Il favolista [[Jean de La Fontaine]] gli deve molto e le favolette di Fedro, per il loro [[stile]] semplicissimo e i loro contenuti moraleggianti, ebbero notevole impiego, come già si è sottolineato, nell'insegnamento scolastico del [[Lingua latina|latino]].
 
Nel suo primo libro di favole, Fedro offre nel prologo, il suo tributo a [[Esopo]] che indica quale fonte da cui ha attinto.