Castello del Buonconsiglio: differenze tra le versioni
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La sua attuale struttura è il risultato di una plurisecolare aggregazione edilizia: sono infatti ben distinguibili diverse sezioni e strutture, risalenti a secoli diversi. Il castello del Buonconsiglio rappresenta uno dei più grandi complessi fortificati delle [[Alpi]].
La parte più antica è quella di [[Architettura romanica|gusto romanico]], rappresentata dal nucleo duecentesco del Castelvecchio (che venne poi ricostruito nel [[1440]]) e dell'ampio torrione circolare (chiamato torre d'Augusto). In una fase successiva, tra la fine del [[XIV secolo|Trecento]] e l'inizio del [[XV secolo|Quattrocento]], la struttura venne profondamente modificata dai [[principe vescovo|principi vescovi]] [[Giorgio di Liechtenstein]] e [[Johannes Hinderbach|Giovanni IV Hinderbach]]. Il primo collegò al Castelvecchio la [[torre Aquila]], che fece affrescare con il ''Ciclo dei Mesi'', uno straordinario esempio di [[Gotico internazionale in Italia|Gotico Internazionale]]. [[Johannes Hinderbach|Giovanni IV Hiderbach]] fece costruire la grande merlatura e il loggiato di gusto [[gotico]]-[[
Nel [[1500]] il cardinale [[Bernardo Clesio]], impegnato in un progetto di ristrutturazione e riqualificazione urbanistica dell'intera città, fece edificare a sud del complesso una costruzione [[Rinascimento|rinascimentale]], il Magno Palazzo, nuova dimora di principi vescovi, affrescata da [[Dosso Dossi]] e da [[Girolamo Romanino]].
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In [[Barocco|età barocca]], il vescovo Francesco Alberto Poia costruì la Giunta Albertiana, struttura che permette la comunicazione diretta fra la sezione medievale e il Magno Palazzo.
Nel [[1796]] la città venne invasa dalle truppe [[Napoleone Bonaparte|napoleoniche]] e l'ultimo principe vescovo, Pietro Vigilio Thun, lasciò il castello e si rifugiò nella fortezza di famiglia in [[Val di Non]]. Con la secolarizzazione del [[Principato vescovile di Trento]] e la sua annessione alla contea del [[Tirolo]], il Buonconsiglio si ridusse da sede di rappresentanza a caserma militare austriaca.
Durante la [[prima guerra mondiale]], la sala del Tribunale (la cinquecentesca ''Stua della Famea'') fu sede del processo ([[1916]]) agli [[Irredentismo|irredentisti]] [[Cesare Battisti]], [[Fabio Filzi]] e [[Damiano Chiesa]]. Dopo la sentenza, che sanciva la condanna a morte per alto tradimento, i tre irredentisti vennero condotti nelle celle ricavate nel loggiato. La sentenza venne eseguita nel prato tra il castello e le mura poste ad est (la ''Fossa dei Martiri''): il 19 maggio 1916 venne fucilato il sottotenente [[Rovereto|roveretano]] Damiano Chiesa, volontario nell’[[esercito italiano]]; il tenente Battisti e il sottotenente Filzi vennero impiccati il 12 luglio successivo.
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[[File:Venceslao Gennaio Castello Buonconsiglio Trento c1400 detail.jpg|thumb|left|Maestro Venceslao, ''Ciclo dei Mesi'', ''gennaio'', Torre Aquila, [[1400]] circa, particolare.]]
Le corti dell'arco alpino, come quella del Principato Vescovile di Trento, furono verso la fine del [[XIV secolo|Trecento]] i luoghi dove il linguaggio cortese del [[Gotico internazionale]] trovò un'accoglienza entusiastica e duratura.
A Trento attorno al [[1400]] il principe vescovo di Trento Giorgio di Liechtenstein commissionò ad un artista straniero, probabilmente boemo (da alcuni indicato come il Maestro Wenceslao di [[Boemia]], la cui presenza a Trento è documentata nel [[1397]]) il ''Ciclo dei Mesi'' di torre Aquila, uno dei maggiori esempi di Tardo Gotico a livello internazionale.
Il ciclo si articola in undici diversi riquadri, essendo il mese di marzo andato perduto durante un incendio. Ogni riquadro, delimitato da colonnine tortili, mostra la rappresentazione della vita della [[nobiltà]] in armonia con il linguaggio cortese, ma anche le [[agricoltura|attività agricole]] e [[pastorizia|pastorali]] della popolazione rurale, secondo l'alternarsi delle stagioni.
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[[File:Dossi Putti Buonconsiglio 05.JPG|thumb|[[Dosso Dossi|Dosso]] e Battista Dossi, Affreschi della ''Sala grande'', 1531]]
[[File:Trento, Castello del Buonconsiglio Dossi frescoes, - Carlo Dell'Orto 08.JPG|thumb|Camera del Camin nero, Dosso e Battista Dossi]]
Nel [[1514]] divenne vescovo di Trento Bernardo Clesio, uomo di governo e diplomatico della [[Asburgo|Casa d'Asburgo]], nonché uno dei maggior organizzatori del [[Concilio di Trento]].
Legato alla cultura tedesca, il cardinal Clesio fu una figura di respiro internazionale che aprì il Principato anche alle novità artistiche del Rinascimento italiano. Sovrano di un piccolo Principato di frontiera, Clesio divenne un [[mecenatismo|mecenate]] e chiamò ad affrescare nel [[1531]] il rinascimentale Magno Palazzo che aveva fatto edificare i fratelli [[Dosso Dossi]] e [[Battista Dossi]], [[Marcello Fogolino]] e [[Romanino|Gerolamo Romanino]].
=== Gli Affreschi dei fratelli Dossi ===
Al nuovo palazzo si accede, da Castelvecchio, attraverso una ponticella sospesa di elegante architettura rinascimentale con colonne a candelabra. Da essa si passa ad un atrio che fa da anticamera alla Cappella, la cui volta è decorata da figure in terracotta dello scultore toscano Zaccaria Zacchi. L'atrio ha una volta affrescata dai fratelli Dossi; dalle lunette si affacciano le ''Divinità dell'Olimpo, ''mentre al centro, fra le nuvole, gruppi di putti trascinano il gigantesco stemma cardinalizio del Cles. Dosso Dossi fu incaricato, assieme al fratello, di affrescare numerose altre stanze, quali: la ''Sala Grande'', la sala degli Specchi, la camera del Camin nero, la ''Stua della Famea'' (il refettorio, che venne trasformato dagli Austriaci nella sala del Tribunale), la Biblioteca.
Nella ''Sala Grande ''i due fratelli ferraresi realizzarono a fresco il [[fregio]] che corre sotto il [[soffitto a cassettoni]] tutto intorno alla sala: tra figure di ''[[Cariatidi]]'' dipinte in monocromo, trovano posto i diversi riquadri con immagini giocose di [[putti]] che si divertono a scompaginare le lettere in oro che compongono il nome (Bernardt) del principe vescovo, a stuzzicare i leoni bianchi e rossi che compaiono nello stemma dei Cles o l'aquila nera dello stemma trentino.
Nella ''camera del Camin nero'', al centro degli [[stucco|stucchi]] che ornano la volta, è posto un tondo affrescato con figure di putti, dipinti con la tecnica del ''[[sotto in su]]'', a fingere uno sfondato prospettico dal quale essi si affacciano, con evidente inspirazione alla ''[[Camera degli Sposi]]'' del Palazzo Ducale di Mantova. Mentre negli angoli sono raffigurate le ''[[Virtù cardinali]],'' nelle [[lunetta|lunette]] al di sotto della volta trovano posto le rappresentazioni delle sette ''[[Arti liberali]]'' e figure di saggi antichi che in tali arti si distinsero.
Nella decorazione che i Dossi realizzarono per la ''Stua della famea'' sono di particolare interesse gli affreschi delle lunette, con scene di ariosi paesaggi nei quali sono ambientate (con evidenti intenti morali) alcune delle più note ''Favole di Fedro''. Nonostante il cattivo stato di conservazione, se ne distinguono ancora molte quali la Volpe e l'uva, la Volpe e la cicogna, eccetera. Fra le lunette, sono raffigurate statue classiche dipinte a monocromo.
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[[File:Romanino Quartetto Flauti Buonconsiglio.jpg|thumb|Romanino, Affreschi della loggia, ''Concerto campestre'']]
[[File:Romanino Grazie Buonconsiglio TN.JPG|thumb|Romanino, Affreschi della loggia, ''Le tre Grazie'']]
Al Romanino venne affidata la decorazione di vari ambienti, tra cui la loggia del ''cortile dei Leoni'', un ambiente posto in posizione centrale e di comunicazione fra le varie parti del palazzo. Egli realizzò nello spazio pittorico della loggia, impaginando sapientemente il suo racconto tra i riquadri della volta, le vele triangolari, i pennacchi e le lunette, uno dei cicli pittorici più originali e suggestivi del Rinascimento, composto da una serie eterogenea di scene a tema profano, con episodi [[mitologia|mitologici]] o della [[storia romana]], e di scene ricavate dalla [[Bibbia]].
Gli affreschi posti nelle lunette della loggia formano una successione di scene con protagoniste femminili, dense di rimandi (di non facile interpretazione simbolica) tanto alla virtù che alla avvenenza muliebre. In generale prevalgono le scene di superbia punita (Fetonte, Oloferne, Sansone, Cleopatra), velato monito alla continenza e alla moderazione per gli ospiti del castello.
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{{vedi anche|Museo provinciale del Castello del Buonconsiglio}}
{{Museo
|Nome = Museo provinciale<br />del Castello<br />del Buonconsiglio
|Indirizzo = Via Bernardo Clesio, 5 - Trento
|Coord titolo = no
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==Collegamenti esterni==
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{{CastelliTN}}
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