Etruschi: differenze tra le versioni
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==== Formazione e provenienza ====
L'archeologo [[Massimo Pallottino]], nell'introduzione del suo manuale ''Etruscologia'' (Milano, 1984), ha sottolineato come il problema dell'origine della civiltà etrusca non vada incentrato sulla provenienza, quanto piuttosto sulla formazione. Egli evidenziò come, per la maggior parte dei popoli, non solo dell'antichità ma anche del mondo moderno, si parli sempre di formazione,
[[File:BRONZETTO-BIS.jpg|thumb|upright=0.5|left|Bronzetto rinvenuto nella ''[[Tomba dei bronzetti sardi]]'' a [[Vulci]] nel Lazio settentrionale.]]
Sempre nel suo manuale di ''Etruscologia'', Pallottino scrive anche dei rapporti tra l'Etruria e la [[Civiltà nuragica|Sardegna nuragica]]: {{citazione|Nel quadro dei più antichi contatti marittimi si inserisce - e merita particolare menzione - il problema dei rapporti fra l'Etruria e la Sardegna, sede della peculiare ed evoluta civiltà nuragica, che dalla preistoria perdura fino ai primi secoli del I millennio a.C. Alla presenza in Etruria di genti provenienti dalle isole si riferisce la leggenda relativa alla fondazione di Populonia da parte dei Corsi (Servio, ad Aen., X, 172). Strabone menziona esplicitamente le incursioni di pirati sardi sulle coste della Toscana e fa allusione alla presenza di Tirreni in Sardegna. Non mancano d'altra parte testimonianze di relazioni commerciali e culturali tra la Sardegna nuragica e l'Etruria villanoviana e orientalizzante, con particolare riguardo alla presenza di oggetti sardi soprattutto nella zona mineraria (è possibile un motivo di connessione tra i due grandi distretti metalliferi dell'area tirrenica). A Vetulonia fu scoperta fra l'altro una delle più ricche navicelle in bronzo di produzione nuragica. Ma importazioni sarde appaiono più a sud (Vulci, Gravisca) tra il IX ed il VI secolo. Né mancano elementi di affinità tipologica e decorativa con prodotti villanoviani: tipiche ad esempio le brocchette a collo e becco allungato, la cui presenza è caratteristica della necropoli vetuloniese. Si potrebbe anche discutere la questione se le strutture a pseudocupola (tholos) caratteristiche delle tombe orientalizzanti dell'Etruria settentrionale siano reminiscenze di eredità egea dell'età del bronzo accolte per influenza dell'architettura dei nuraghi sardi dove questa tecnica è particolarmente diffusa. Ma anche in Sardegna appaiono tracce di un'influenza etrusca: forse nel nome Aesaronense di uno dei popoli della costa orientale dell'Isola (cfr. la parola etrusca ''aisar'', ossia dei); ma anche in alcuni tipi di oggetti, sia pur rari, come le fibule...|Massimo Pallottino, ''Etruscologia'', Hoepli, Milano, 1984, ISBN 88-203-1428-2, pagg. 120, 121.}}
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