Saga di Oddr l'arciere: differenze tra le versioni
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Così è definito dal narratore, ma ovviamente vichingo non è, come spiegato dopo |
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{{Citazione|A me non importa<br />perfido essere,<br />se di [[Freyr]]<br />mi prometti la furia;<br />è male avere [[Odino]]<br />come intimo amico,<br />non si fan sacrifici<br />ad uno ''skratti''!<ref>Nel testo tradotto è riportato stregone, ma con una nota esplicativa che avverte che il termine originale era, appunto, ''skratti''</ref>.<br />Io so che gli ''[[Æsir]]''<br />ardono nel fuoco,<br />ti prendano i [[Troll (mitologia)|troll]],<br />io credo nell'Unico Dio!|''Saga di Oddr l'arciere'', cap. XLIV<ref>{{cita|Ferrari 1996|p.142}}</ref>}}
A questi due aspetti occorre osservare come il narratore (vissuto nel XIII secolo) si trovi nella difficoltà di ricostruire e ridar vita ad un passato di alcuni secoli prima (la saga è ambientata nel IX e nel X secolo, sebbene il protagonista fu ospite di re [[Ingjald]], del V secolo), eredita materiale antico<ref>Si vedano i parallelismi col ''[[Manoscritto Nestoriano]]''</ref>, ricostruisce usi ormai cessati all'interno del testo scontrandosi con la differente morale del nuovo credo: si pensi al presunto "codice vichingo", dal sapore alquanto cristiano, che Hjálmarr e Oddr adottano come insieme di regole da attenersi, quando invece è piuttosto difficile eliminare razzie, saccheggi e violenze dalla biografia di un vichingo (infatti tale codice verrà poi in larga parte disatteso dal protagonista). Occorre quindi ricordare al lettore di trovarsi di fronte al ''riflesso di un riflesso'': la saga non testimonia direttamente gli usi e i concezioni dell'epoca dell'eroe, ma quelli che l'epoca del narratore rammenta del passato<ref>{{cita|Ferrari 1996|pp.14-15}}</ref>.
==Influenze e relazioni con altre opere==
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