San Vincenzo (Genova): differenze tra le versioni
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[[immagine:DSCF8115.JPG|thumb|right|150px|<center>Il [[grattacielo]] ex-[[Telecom]] all'inizio di via San Vincenzo</center>]]
'''San Vincenzo''' è il nome di un quartiere centrale di [[Genova]]. Un tempo era il [[sestiere (Genova)|sestiere]] esterno alle [[mura di Genova|mura cinquecentesche]] (le vecchie mura cittadine) e funzionava da ingresso alla [[centro storico di Genova|città storica]]. Prende il nome dalla omonima chiesa di San Vincenzo.
Il quartiere era attraversato dalla [[via Aurelia]], l'antica strada romana per la [[Gallia]] e, come parte esterna alla città antica, comprendeva: un borgo, una zona di orti (i cosiddetti ''Orti di Abrara'' situati nei pressi dell'allora via Giulia, oggi [[via XX Settembre (Genova)|via XX Settembre]]), e una parte a monte - San Vincenzo alto - situata all'altezza della [[spianata dell'Acquasola (Genova)|spianata dell'Acquasola]] e prolungata sino alle mura dello Zerbino.
L'asse viario di via San Vincenzo e, poco distante, delle quasi parallele via della Consolazione e via di Abrara, fu pesantemente ristrutturato a seguito del [[Genova (ampliamento urbanistico del 1825)|piano urbanistico]] del [[1825]] predisposto dall'architetto [[Carlo Barabino]].
[[Image:Genova Centro - S. Rita Consolazione.jpg|thumb|right|150px|<center>La [[chiesa della Consolazione (Genova)|chiesa della Consolazione]] in [[via XX Settembre (Genova)|via XX Settembre]]</center>]]
Solo a metà degli [[anni 1840]] si realizzarono le attuali via [[Galata]] e piazza [[Cristoforo Colombo|Colombo]]; quest'ultima si costituì con quattro edifici porticati realizzati dall'impresario Pietro Gambaro.
La piazza fu costruita come naturale termine della via [[Galata]] (nel tratto che attualmente corrisponde a via [[Cesarea di Antiochia|Cesarea]])); inizialmente comprendeva anche ''[[creuza|Crosa]] Larga'', detta anche via del Manicomio, che ospitava il complesso dell'antico [[manicomio]] cittadino.
Accanto ad esso sorse, in bilico tra città e campagna, un gruppo di enormi casoni ad alveare destinati all'edilizia popolare e costruiti dall'impresario Francesco Ponte.
La parte edificata si estese poi a monte, sempre a seguito del [[Genova (ampliamento urbanistico del 1825)|piano del Barabino del 1825]], con i quartieri di via Assarotti e della circonvallazione a monte, destinati ai ceti economicamente più elevati.▼
[[immagine:2005 1017-Genova0026.JPG|thumb|right|250px|<center>L'antico ''Panarello'' a via Galata</center>]]
▲La parte edificata si estese poi a monte, sempre a seguito del [[Genova (ampliamento urbanistico del 1825)|piano del Barabino del 1825]], con i quartieri di via Assarotti e della circonvallazione a monte, destinati ai ceti economicamente più elevati. Infine, dopo il [[1892]] - quattrocentenario della [[scoperta dell'America]] - il tratto di via della Consolazione e di via Abrara venne totalmente modificato dalla realizzazione dell'attuale via XX Settembre, con la demolizione del vecchio manicomio (riedificato a [[Quarto dei Mille]] due anni dopo, nel [[1894]]).
Via XX Settembre venne da subito caratterizzata da un'[[architettura]] in [[stile liberty]]; tra gli architetti che parteciparono alle varie progettazioni vi fu anche il fiorentino [[Gino Coppedè]].
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==Bibliografia==
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{{genova}}
[[categoria: quartieri di Genova]]
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