Convento della Santissima Trinità (Baronissi): differenze tra le versioni

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== La chiesa ==
La chiesa del Convento, con pianta a croce latina, è lunga 52 m e larga circa 13.
 
Varcata la porta d'ingresso, si entra in un vestibolo rettangolare, la cui volta è divisa in quattro vele, in ognuna delle quali è affrescata una figura allegorica (la Musica, la Grazia, l'Anima, l'Armonia). All'inizio della navata, tra la prima cappella a destra e sinistra, vi sono due volte affrescate,a divisevela in quattro vele: leaffrescate figurecon muliebrirappresentazioni raffiguranoallegoriche ledelle otto beatitudini. Questi affreschi, datati 1699, fanno parte della lunga serie di opere di [[Michele Ricciardi]] presenti in questo convento.
Alzando lo sguardo si nota lo splendido soffitto ligneo decorato, commissionato dai signori Decio e Benedetto Farina, risalente al 1695, in cui sono inserite tre tele del XVII secolo di grandi dimensioni. Quella centrale, raffigurante la Gloria di San Francesco, è della cerchia di [[Angelo Solimena]], o probabilmente autografa dello stesso autore. Le due tele laterali invece raffigurano San Giovanni da Capestrano alla battaglia di Belgrado e San Francesco, e sono entrambe di Andrea Miglionico.
 
L'altare maggiore (purtroppo parzialmente eclissato da un altro altare posticcio posizionato al centro del transetto per la celebrazione secondo la [[riforma liturgica]]) risale al 1708 ed è interamente intarsiato. Il paliotto, anch'esso intarsiato, riprende le decorazioni del soffitto della navata. Il presbiterio è racchiuso da una balaustra in marmo intarsiato realizzata nel 1723 a spese della famiglia Campanile, come è testimoniato dagli stemmi, anch'essi intarsiati, presenti sui pilastrini del cancello.
AlzandoLa lonavata sguardoè sicoperta notada lo splendidoun soffitto ligneo decoratodipinto, commissionato dai signori Decio e Benedetto Farina, risalente al 1695, in cui sono inserite tre tele del XVII secolo di grandi dimensioni. Quella centrale, raffigurante la Gloria di San Francesco, è della cerchia di [[Angelo Solimena]], o probabilmente autografa dello stesso autore. Le due tele laterali invece raffigurano San Giovanni da Capestrano alla battaglia di Belgrado e San Francesco, e sono entrambe di Andrea Miglionico.
[[File:Gloria dell'Immacolata - Michele Ricciardi, Baronissi.jpeg|thumb| Gloria dell'Immacolata - Michele Ricciardi, 1708-09.]] Alle spalle dell'altare maggiore si trova il pregevole coro in noce, intagliato, intarsiato e datato 1710 con gli splendidi affreschi di [[Michele Ricciardi]] (alcuni di essi sono stati coperti quando, negli anni cinquanta, fu murata la finestra con vetrate policrome e posizionato l'organo) datati 1708-1709 raffiguranti l'Incontro di San Francesco di Paola con Luigi XI, la scena di San Francesco alla corte del Sultano e, nella volta a botte, la magnifica Gloria dell'Immacolata, ritenuto uno degli affreschi più belli mai dipinti dal Ricciardi.
 
In questo biennio sono collocabili anche gli affreschi superiori della navata, raffiguranti le Allegorie della Religione, della Fede, della Giustizia, della Pazienza, del Pianto, della Fortezza.
[[File:Madonna dell'Arco, affresco del M.R.P. fr Diego Campanile da Sanseverino iuniore, 1652, Chiesa del convento della SS.ma Trinità di Baronissi.jpg|thumb|Madonna dell'Arco, affresco del M.R.P. fr Diego Campanile da Sanseverino iuniore, 1652]]
Sull'intradosso sinistro dell'arco trionfale che separa la navata dal transetto, racchiusa da una cornice lignea intagliata e dorata e protetta da un vetro, è presente un'immagine miracolosa della Madonna dell'Arco, dipinta ad affresco dal M.R.P. Diego Campanile da Sanseverino iuniore nel 1652. Intorno a quegli anni grandi schiere di fedeli accorrevano dalle regioni vicine tanto che si rese necessaria la costruzione di un altare per la celebrazione della Messa. L'immagine della Madonna fu incorniciata da stucchi e gioielli. Durante i restauri della Chiesa nel 1919 fu deciso di abolire l'altare e gli stucchi che costituivano un intralcio e che compromettevano l'armonia e la simmetria nella veduta d'insieme della Chiesa.
 
L'altare maggiore (purtroppo parzialmente eclissato da un altro altare posticcio posizionato al centro del transetto per la celebrazione secondo la [[riforma liturgica]]) risale al 1708 ed è interamente intarsiato. Il paliotto, anch'esso intarsiato, riprende le decorazioni del soffitto della navata. Il presbiterio è racchiuso da una balaustra in marmo intarsiato realizzata nel 1723 a spese della famiglia Campanile, come è testimoniato dagli stemmi, anch'essi intarsiati, presenti sui pilastrini del cancello.
[[File:Gloria dell'Immacolata - Michele Ricciardi, Baronissi.jpeg|thumb| Gloria dell'Immacolata - Michele Ricciardi, 1708-09.]]
 
[[File:Gloria dell'Immacolata - Michele Ricciardi, Baronissi.jpeg|thumb| Gloria dell'Immacolata - Michele Ricciardi, 1708-09.]] Alle spalle dell'altare maggiore si trova il pregevole coro in noce, intagliato, intarsiato e datato 1710. con gliAlle splendidipareti affreschi di [[Michele Ricciardi]] (alcuni di essi sono stati coperti quando, negli anni cinquanta, fu murata la finestra con vetrate policrome e posizionato l'organo) datati 1708-1709 raffiguranti l'Incontro di San Francesco di Paola con Luigi XI, la scena di San Francesco alla corte del Sultano e, nella volta a botte, la magnifica Gloria dell'Immacolata, ritenuto uno degli affreschi più belli mai dipinti dal Ricciardi.
 
InA questo biennio sono collocabili anche gli affreschi superioridel cleristorio della navata, raffiguranti le Allegorie della Religione, della Fede, della Giustizia, della Pazienza, del Pianto, della Fortezza.
 
Alla mano del [[Michele Ricciardi|Ricciardi]] appartiene inoltre l'intera decorazione del transetto, con l'Assunzione della Vergine, datata 1721, la Gloria dell'Ordine Domenicano da una parte e Francescano dall'altra, le Visioni di San Domenico e del beato Giovanni Duns Scoto, il Sogno di Giacobbe ed il Sacrificio d'Isacco. Ma l'esperienza del Ricciardi in questo convento non era ancora terminata: nel 1731 è chiamato per la Via Crucis, un insieme di 14 tele, ora conservate nel Museo dell'Opera del Convento mentre per la Chiesa sono state riprodotte come fotografie stampate su tela. Purtroppo però nel secolo scorso si sono verificati interventi di pessimo gusto che hanno modificato l'insieme della chiesa ed il suo valore artistico. Nel 1953 infatti fu sostituito il meraviglioso pavimento settecentesco in maiolica con piastrelle di cemento, fu abolita la sopraelevazione del transetto, lasciando gli altari con un gradino sproporzionato, furono eliminate numerose tombe ed epigrafi molto antiche o comunque rimosse dalla posizione originaria<ref>Furono infatti murate sulle pareti interne delle cappelle tutte quelle pietre sepolcrali che erano in precedenza ai piedi delle stesse cappelle.</ref>, fu murata una finestra ornamentale con vetri policromi che dava luce al coro, spostate le canne dell'organo dalla posizione originaria e naturale, ovvero dalla cantoria furono trasferite nel coro, comportando così la copertura degli affreschi di [[Michele Ricciardi]], ed infine fu sostituito lo splendido soffitto del transetto, causando la completa distruzione del tavolato e di una tela del Miglionico di grandi dimensioni, raffigurante la morte di San Francesco. Ma gli interventi sbagliati purtroppo sono continuati nel tempo: di recente è stata trasferita la pala raffigurante l'Immacolata tra S. Francesco e S. Antonio di [[Dirk Hendricksz|Teodoro d'Errico]] dalla cappella dell'Immacolata sull'altare maggiore, creando in questo modo uno squallido vuoto nella cappella ed uno stravolgimento delle proporzioni originarie della chiesa. Lungo la navata ed il transetto si sviluppa una serie di venti cappelle gentilizie, che nei secoli scorsi erano di juspatronato delle famiglie nobili locali, le quali vi esercitavano il diritto di sepoltura. In quasi tutte queste cappelle si possono ammirare opere lignee di [[Nicolò Fumo|Niccolò Fumo]].