Cesare Magati: differenze tra le versioni
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[[Ludovico Settala]], chirurgo e medico italiano, nella sua opera principale ''Animadversionum et cautionum medicorum libri IX'' approvò appieno il metodo del Magati; infatti, esercitando la professione medica nell'[[Ospedale Maggiore di Milano]], sperimentò la differente [[prognosi]] dei feriti trattati con o senza il metodo del chirurgo ferrarese, e presentò nel suo libro un'ampia casistica di questi risultati. Settala inoltre prescriveva al chirurgo di conservare il calore naturale della parte lesa, riproponendo una teoria già per molti aspetti anticipata da Magati e Paracelso prima di lui<ref>L. Münster G. Romagnoli, ''op. cit.'', pp. 56-57</ref>.
A parte Settala e pochi altri estimatori, Magati fu duramente criticato da molti suoi contemporanei (come l'italiano [[Giovanni Nardi (medico)|Giovanni Nardi]] nel ''De prodigiosis vulnerum curationibus''<ref>L. Münster G. Romagnoli, ''op. cit.'', p. 63</ref>), ed egli quasi mai ebbe la possibilità di rispondere a queste pesanti critiche, anche perché trascorse la parte finale della sua vita in convento<ref>L. Münster G. Romagnoli, ''op. cit.'', p. 58</ref>. Tra queste critiche negative spicca quella del tedesco [[Daniel Sennert]] (nel paragrafo ''De Caesaris Magati et Ludovici Septalii curandi vulnera methodi judicium'' dell'opera ''Practica medicinae liber primus''). Magati, a quel tempo frate cappuccino, redasse in risposta un trattato, ''Considerationes medicinae'', nel quale egli colpevolizzò Sennert per il fatto che questo non lesse mai direttamente la sua opera<ref>Lo studioso Dodart dirà che la scarsa conoscenza dell'opera magatiana sia dovuta alla sua stesura in un latino complesso e articolato, poco scorrevole, e dunque anche alla estrema rarità dell'opera, L. Münster G. Romagnoli, ''op. cit.'', p. 68</ref>.
Autore di critiche negative a Sennert e stimatore di Magati fu [[Johann Vesling]]<ref>L. Münster G. Romagnoli, ''op. cit.'', p. 64</ref>.
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