Rodolfo Fierro: differenze tra le versioni
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Per dare un’idea del personaggio, il suo passatempo preferito era la roulette russa nella variante “messicana”: ci si sedeva tutti intorno ad un tavolo, si prendeva un revolver carico, si armava il cane e lo si lanciava in aria. Se cadeva sbattendo il cane questo scattava facendo partire il colpo. Oppure si prendeva un revolver, carico, si armava il cane e lo si metteva di piatto sulla superficie del tavolo, facendolo girare velocemente su se stesso. {{Cn|Ogni tanto il cane poteva sbloccarsi e sparare un colpo mentre il revolver girava, colpendo a casaccio uno dei presenti. Solitamente si faceva questo gioco completamente sbronzi.}}
Altrettanto estrema era la sua fedeltà alla rivoluzione ed in particolare a Pancho Villa: mai si è saputo di un suo coinvolgimento in complotti, sedizioni, tradimenti (numerosissimi nella rivoluzione messicana), mai ha disobbedito ad un ordine impartito personalmente dal suo capo, spesso era ''de facto'' la sua guardia del corpo, il suo braccio destro in battaglia come negli ambienti governativi, nelle riunioni militari e civili, negli spostamenti effettuati nei momenti dei combattimenti o di tregua. Forse per questo motivo Pancho gli perdonò sempre i suoi eccessi, come anche il suo attaccamento morboso alla bottiglia (per i combattenti villisti era proibito bere, pena la fucilazione). Aveva troppo bisogno di lui e gli era affezionato, oltre ad avere la consapevolezza di essere l’ unica persona esistente che per qualche motivo riusciva a controllarlo, trasformandolo in una pedina di fondamentale importanza per la sua armata rivoluzionaria. Al suo fianco diventava anche un amico esemplare e sincero oltre che un coraggioso combattente, tanto quanto diventava un ubriacone violento, illogico ed imprevedibile quando lui non c’ era.▼
Altrettanto estrema era la sua fedeltà alla rivoluzione ed in particolare a Pancho Villa: mai si è saputo di un suo coinvolgimento in complotti, sedizioni, tradimenti (numerosissimi nella rivoluzione messicana), mai ha disobbedito ad un ordine impartito personalmente dal suo capo, spesso era ''de facto'' la sua guardia del corpo, il suo braccio destro in battaglia come negli ambienti governativi, nelle riunioni militari e civili, negli spostamenti effettuati nei momenti dei combattimenti o di tregua.
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Lapidaria e insuperabile la descrizione che ne fa di lui Ramon Puente: ''< Rodolfo Fierro era un cane fedele, ma un cane incrociato con un lupo>''.
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