Funicolare di Regoledo: differenze tra le versioni

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Da allora il grande stabilimento fu raggiungibile attraverso un mezzo che consentiva ai visitatori di godere l'ampia vista del bacino della Tremezzina, contribuendo ad arricchire il materiale divulgativo con immagini degli scorci che si potevano godere dalla funicolare la quale divenne essa stessa oggetto, come d'uso all'epoca, di cartoline illustrate, le quali sovente rappresentavano, oltre ai paesaggi locali, anche l'originale conformazione del nodo di interscambio posto a valle della funicolare, che integrava la fermata ferroviaria, la carrabile poi [[Strada statale 36 del Lago di Como e dello Spluga|strada statale 36]] e il pontile di attracco dei battelli<ref name="Maglia09">E. Maglia, ''La funicolare di Regoledo'', op. cit., p. 9.</ref>.
 
Le tristi vicende legate alla [[prima guerra mondiale]] portarono nel [[1916]] a una sostpensione del servizio della funicolare e la sua riapertura nel [[1917]] in conseguenza dell'utilizzo dell'albergo quale sezione distaccata dell'ospedale di Milano<ref name="Maglia18">E. Maglia, ''La funicolare di Regoledo'', op. cit., p. 18.</ref>. Dopo un breve periodo di ripresa del traffico turistico avvenuta durante gli [[Anni 1930|anni trenta]] un cambio d'uso analogo a quello precedente si ebbe durante il [[Seconda guerra mondiale|secondo conflitto]] al termine del quale il complesso raggiunto dalla funicolare mutò la sua natura diventando una colonia estiva<ref name="Maglia19">E. Maglia, ''La funicolare di Regoledo'', op. cit., p. 19.</ref>.
 
La cessazione del servizio è datata [[1960]], quando ormai la fama del Grand Hotel era scemata. Dopo la sua chiusura lo stesso fu in seguito utilizzato poi come ospedale militare e infine quale succursale dell'[[Fondazione istituto sacra famiglia|Istituto Sacra Famiglia di Cesano Boscone]].
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Lunga 440 m, la funicolare di Regoledo presentava una pendenza massima che nella prima parte del percorso raggiungeva il ragguardevole valore del 65 per mille, per poi attestarsi su valori compresi fra il 34 e il 53 per mille sul resto del percorso<ref name="Maglia13" />. Il viaggio veniva compiuto in circa 8 minuti<ref name="Como">[[Francesco Ogliari]], ''Como nella scienza e nei trasporti'', TIBB, Edizione speciale fuori commercio, Milano, novembre 1987, p. 64.</ref>.
 
Il sistama di trazione, inizialmente elettrico, fu trasformato con quello a contrappeso d'acqua inizialmente ipotizzato in occasione della trasformazione dell'impianto avvenuta nel 1903. In tale occasione la pendenza massima fu abbassata dal 65 al 57,4 per mille e le vetture furono completamente rinnovate<ref name="Maglia14" /> e dotate di un serbatoio d'acqua della capacità di 3.600 litri<ref name="Maglia17">E. Maglia, ''La funicolare di Regoledo'', op. cit., p. 17.</ref>.
 
Peculiare risultava il sistema di esercizio adottato, che imponeva l'arresto delle due vetture in corrispondenza del punto di incrocio posto a metà percorso; i passeggeri venivano quindi trasbordati dall'una all'altra e l'acqua travasata da quella superiore a quella inferiore. A questo punto era la cabina inferiore che, diventata più pesante, trascinava verso l’alto l'altra completando il viaggio<ref name="VC" />.