Quattro giornate di Napoli: differenze tra le versioni
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Per tutto il biennio di guerra [[1942]]-[[1943|43]] Napoli fu sottoposta a durissimi bombardamenti da parte delle forze alleate che causarono ingenti perdite in termini di vite umane anche per la popolazione civile. Si calcola che oltre 20000 furono le vittime di questi attacchi indiscriminati alla città per non menzionare i danni ingentissimi al patrimonio artistico e culturale (il [[4 dicembre]] [[1942]] fu semi-distrutta la [[Chiesa di Santa Chiara]] mentre solo nel bombardamento del [[4 agosto]] [[1943]] perirono oltre tremila persone e altrettante ne erano decedute per lo scoppio della nave ''Caterina Costa'' nel porto, il [[28 marzo]]).
Con l'avanzata degli anglo-americani nell'[[Italia meridionale]], gli esponenti dell'[[antifascismo]] partenopeo (tra cui [[Fausto Nicolini]], [[Claudio Ferri]] e [[Adolfo Omodeo]]), iniziarono a stabilire più stretti contatti con i comandi
Con l'[[8 settembre]] [[1943]], giorno fatidico dell'[[Armistizio di Cassibile]], le forze armate italiane, come in tutto il paese, si trovarono allo sbando anche a Napoli.
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