Mesoraca: differenze tra le versioni

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=== Chiesa dell'Annunziata ===
 
La chiesa matrice dell'Annunziata sorge nella parte alta del centro storico, nel rione omonimo vicino all'antico Castello. La chiesa, intitolata ai santi apostoli Pietro e Paolo, nella forma attuale, risale molto probabilmente agli inizi del [[XVIII secolo]], quando vennero aggiunte le due navate laterali. La chiesa venne gravemente danneggiata dal terremoto dell'8 marzo [[1832]]. La facciata in [[stile romanico]], che come quella della Purificazione riprende la ripartizione in tre navate dell'interno, è abbellita da tre portali in pietra arenaria a tutto sesto e due rosoni. Il portale centrale è sormontato da una nicchia nella quale è posta una Madonna con Bambino che gli esperti attribuiscono ad [[Antonello Gagini]], nella parte bassa della statua e precisamente sulla base è scolpito un basso rilievo con la scena dell'annunciazione. Sul lato destro è affiancato il campanile, poderosa struttura a pianta quadrata, originariamente a cuspide come quello della candelora, la parte alta crollò durante un terrenoto fu ricostruita, malamente e più bassa, senza cuspide intozzendo tutta la struttura. All'interno sono conservati due monumentali altari in legno, una grande cornice e un crocifisso, tutte opere di intaglio di rilievo provengono dalla chiesa dei cappuccini e risalgono al secolo XVII, il crocifisso è attribuito a [[fra'Diego da Careri]] sono presenti anche alcuni affreschi sulla volta, e un dipinto di [[Cristoforo Santanna]]. <ref>[http://halleyweb.com/c101015/ch/ch_p_chiesa_dettaglio.php?idchiesa=3&x=2399e7ef149ae757a768f3dbeb92f7d4] </ref>
 
=== Chiesa del Ritiro ===
La Chiesa del Ritiro, ubicata nella parte bassa del paese nel cuore del ''rione Campo'', è senza dubbio l'esempio più valido ed attualmente unico dello stile [[tardo barocco]] in Calabria. È stato edificato grazie all'opera, alla tenacia e alla santità del Sacerdote Don [[Matteo La Manna|Matteo Lamanna]] (1710-1772), Missionario Apostolico nativo di Mesoraca il quale, con l'aiuto dei fedeli calabresi, riuscì ad iniziare i lavori della chiesa nel [[1761]] per poi terminarli nel [[1772|1767]], aprendola poi al culto il 6 agosto 1772.
 
Dagli anni trenta del Novecento è stata dichiarata monumento di interesse nazionale. La pianta è a croce latina e l'interno è decorato con ben nove altari in marmi policromi di Carrara intarsiati, con bassorilievi e sculture di Angeli. Sopra ogni altare è posto un dipinto su tela. La cupola, nella quale sono raffigurati 125 personaggi, è la più dipinta della Calabria. Sulla volta, in una splendida cornice di stucchi, si trova il grande dipinto dell'Assunta, di Pasquale Griffo da Borgia. Pregevoli gli arredi della sagrestia, i due cori e il maestoso pulpito: tutte opere di intaglio di Emanuele Grimaldi da Catanzaro. L'esterno è decorato da un'imponente facciata in pietra in [[stile neoclassico]] con tre portali (realizzata da Andrea Pignanelli) e un monumentale campanile sul lato sinistro, nel quale sono ubicate le grandi campane Marinelli del 1770. A destra della facciata si trova la Pia Aedes, il palazzo settecentesco -sempre edificato da Don Matteo Lamanna- dei "Sacerdoti Missionari figli di Maria santissima", e i resti dell'Oratorio dell'Addolorata, primo tassello del complesso monumentale del Ritiro. <ref>[http://halleyweb.com/c101015/ch/ch_p_chiesa_dettaglio.php?idchiesa=2&x=4e840b4bad8bd809444a77084aec525b]</ref>
 
=== Santuario del SS. Ecce Homo ===
Nella parte sud-ovest del territorio, alle pendici del [[Monte Giove (Calabria)|monte Giove]], sorge il Santuario del SS. Ecce Homo: monastero francescano posto su un poggio verdeggiante e circondato da un bosco murato, dono degli Altemps al tempo del loro dominio. La data precisa di costruzione del monastero è sconosciuta, anche se è certo che essa avvenne nel decennio compreso tra il 1419 e il 1429 sulle rovine di un'antichissima chiesa basiliana. Secondo la tradizione, pare vi abbia soggiornato [[Papa Zosimo]], eletto pontefice il 18 marzo 417. Il nome del monastero è dovuto alla presenza della ''Sacra Effigie del SS Ecce Homo'', statua in legno scolpita da Frate [[Umile da Petralia]] nel [[1630]]. L'interno della chiesa è ricco di opere d'arte tra cui spicca la [[Madonna delle Grazie]], in marmo bianco di Carrara, datata 1504 e firmata [[Antonello Gagini]]. Numerose sono le opere pittoriche tra le più importanti i dipinti su tela di [[Cristoforo Santanna]], uno per ogni altare. Nel XVI secolo soggiornò come novizio [[Sant'Umile da Bisignano]]: la sua cella, da dove esegui diversi miracoli, è conservata e ora adibita a cappella. <ref>[http://halleyweb.com/c101015/ch/ch_p_chiesa_dettaglio.php?idchiesa=6&x=4e840b4bad8bd809444a77084aec525b] Nel 2010 nel boschetto del santuario è stata collocata una statua in bronzo che raffigura [[San Francesco d'Assisi]], la statua alta circa 2 metri e mezzo costruita dallo scultore [[Carlo Cistaro]] .<ref>{{Cita web|autore = |url = http://eccehomomesoraca.xoom.it/virgiliowizard/statua-di-s-francesco?SESS6dabdf703361f5a62d945ac4ac7f461f=6fb673d5a6037d9dc875f45a88bad263|titolo = |accesso = |editore = |data = }}</ref>
 
=== Abbazia di S.Angelo in Frigillo, ruderi ===
Il glorioso monastero di S.Angelo in Frigillo o in Frigido (in luogo freddo) sorgeva nella località omonima, non lontano dal centro abitato, a 700 metri sul livello del mare. Il primo documento che attesta l'esistenza del monastero risale al 1188 anche se uno storico accreditato(G.Fiore)fa risalire al 500 la nascita del monastero. Fu l'abate dell [[abbazia di Santa Maria della Sambucina]] Luca Campano, poi vescovo di [[Cosenza]] a volere il monastero [[cistercense]] come centro abbaziale autonomo al quale venivano aggregate, in qualità di obbedienza, li chiese di S.Stefano del Vergari,S,.Maria Archelao e S.Nicola de Pineto. Nello stesso periodo il monastero veniva dotato di un centro scrittorio e un porticciolo in località [[le Castella]].Tra il 1200 e il 1300 è stato un periodo dove c'era la disputa se la funzione religiosa doveva essere in lingua greca o in lingua latina, è in questo periodo che [[Federico II di Svevia|Federico II]] accoglieva sotto la sua protezione il monastero legittimandone tutti i lasciti che i nobili facevano. In tale periodo si accrebbe il patrimonio di S.Angelo, considerato il più famoso e prestigioso monastero calabrese dell'epoca. Infatti il monastero oltre a godere del grande prestigio imperiale, era anche tutelato dal Vaticano, [[papa Onorio III]] nomino' personalmente l'abate di S.Angelo a cui diede grandi poteri. Nel 1498 S.Angelo risulta, grancia dell'[[abbazia di Santa Maria della Matina]],e tale rimane probabilmente fino alla perdita di tutti i suoi possedimenti e alla rovina degli edifici monastici. Di tutta la struttura rimangono i muri che delimitano la pianta della chiesa, è alcuni elementi decorativi in pietra, tipici dell'architettura monastica cistercense, altre parti in pietra sono conservate nella chiesa di S.Michele a Filippa di Mesoraca, una antichissima campana nel campanile del Ritiro, inoltre sono numerosi i libri miniati trascritti dai monaci di S.Angelo, conservati nella [[biblioteca vaticana]].
 
=== Chiesa di San Michele Arcangelo ===
 
La parrocchia di [[San Michele Arcangelo]] comprende tutti gli abitanti di Filippa. Poco distante da Piazza Matteotti la chiesa, in stile moderno, ha subìto nel tempo una serie continua di interventi, portati avanti da Padre Tonin con il decisivo contributo della popolazione di Filippa. Inaugurata nel 1958, la Chiesa (dedicata all'Arcangelo Gabriele, raffigurato in una statua a destra dell'altare maggiore) è dotata di tre altari in marmo. Alle pareti sono raffigurate le 13 tappe della Via Crucis, in quadretti lignei di pregevole fattura. Dietro l'altare maggiore fa bella mostra un mosaico luminoso raffigurante [[Gesù]] in croce consolato dalla [[Maria (madre di Gesù)|Madonna]] e da [[Giovanni apostolo ed evangelista|San Giovanni]]. La Chiesa è adornata anche da 7 statue, scolpite a mano su legno pregiato. <ref>[http://halleyweb.com/c101015/ch/ch_p_chiesa_dettaglio.php?idchiesa=5&x=4e840b4bad8bd809444a77084aec525b]</ref>
 
=== Chiesa della Candelora ===
 
La chiesa parrocchiale della Candelora (SS Purificazione), intitolata ai Santi Nicola e Giovanni Battista, si apre su una piccola piazzetta nei pressi del fiume Vergari, tra i palazzi Cappa e Marescalco. Venne edificata nel XVII secolo, l'interno è a tre navate, con eleganti e ampie arcate a tuttosesto, in pietra locale, sugli altari sono presenti alcune pregevoli statue tra cui la statua del patrono San Nicola e alcuni dipinti di notevole fattura, è conservata l'opera pittorica più antica di Mesoraca il battesimo di Cristo del secolo XVI di autore ignoto. L'esterno è abbellito da tre portali in pietra ognuno di diversa forma, e di un magnifico campanile a cuspide. Fino alla fine del Settecento si trovava sotto il titolo di ''Santa Maria della Purificazione'' ed era una cappella della adiacente chiesa matrice di San Niccolò. Dopo il [[Terremoto del 1783|sisma del 1783]], i sacerdoti abbandonarono la già diruta chiesa matrice di San Niccolò, e così la Purificazione, incorporando anche la parrocchia di [[San Giovanni Battista]] venne intitolata ai due santi. <ref>[http://halleyweb.com/c101015/ch/ch_p_chiesa_dettaglio.php?idchiesa=1&x=4e840b4bad8bd809444a77084aec525b]</ref>
 
=== Convento dei Cappuccini ===
 
Dove oggi è ubicato il cimitero comunale (sulla destra del fiume Reazio, in un piccolo colle lungo la ss 109) sorgeva un tempo il Convento dei Cappuccini, i cui frati si dedicavano con solerzia all'assistenza degli infermi e dei malati. Il Convento venne costruito nella seconda metà del Cinquecento ad opera del Duca di Mesoraca. Dopo alterne vicende il convento venne soppresso definitivamente nel [[1863]] e consegnato al Comune di Mesoraca. Di tutta la struttura attualmente rimane la chiesa rinascimentale perfettamente conservata e buona parte dei pregevoli arredi: due altari in legno, un crocifisso, una grande cornice del XVII secolo trasferiti nella chiesa dell'Annunziata. La grande tela della Madonna degli angeli di, [[Giovanni Angelo d'Amato]], fu trafugata negli anni sessanta. Dell'adiacente convento restano: sul fianco destro un vano inferiore con entrata murata dal lato della chiesa, sicuramente si trattava della sacrestia, e uno superiore recentemente ristrutturato e adibito ad ossario comunale. Idem sul lato sinistro: si notano ampie porzioni dei muri perimetrali e del refettorio, una parete del chiostro con il caratteristico porticato ad archi e il pozzo centrale del chiostro, interrato con i residui dei crolli già dagli anni quaranta. La tradizione vuole che in questa chiesa fu seppellita Isabella Caracciolo, moglie di Ferrante Spinelli, duchessa di Mesoraca. <ref>[http://halleyweb.com/c101015/ch/ch_p_chiesa_dettaglio.php?idchiesa=8&x=4e840b4bad8bd809444a77084aec525b]</ref>
 
=== Altre chiese ===