|
==== Le sonate per pianoforte di Clementi ====
Nell'ambito della musica per pianoforte, è soprattutto l'influenza di [[Muzio Clementi]] a esercitarsi rapidamente su Beethoven, dal [[1795]], e a permettere alla sua personalità di affermarsi e fiorire autenticamente. Se tale influenza non è stata altrettanto profonda di quella delle opere di [[Franz Joseph Haydn|Haydn]], la portata delle [[sonata|sonate]] per pianoforte del celebre editore non appare meno immensa nell'evoluzione stilistica di Beethoven, {{Citazione necessaria|che le giudicava del resto superiori a quelle dello stesso [[Wolfgang Amadeus Mozart|Mozart]].}} {{Citazione necessaria|Alcune di esse, per la loro audacia, la loro potenza emozionale e l'innovativa concezione dello strumento, ispirano qualcuno dei primi capolavori di Beethoven; gli elementi che, per primi, distinguono lo stile pianistico del genio [[bonn]]esebonnese provengono per buona parte da Clementi.}}
Infatti, dagli [[anni 1780]], Clementi sperimenta un nuovo impiego di [[accordoAccordo (musica)|accordi]] fino ad allora inusitati: le [[ottavaOttava (musica)|ottave]], soprattutto, ma anche le seste e le terze parallele. Clementi arricchisce anche sensibilmente la scrittura pianistica, dotando lo strumento di una potenza sonora inedita, che deve aver certamente impressionato il giovane Beethoven: egli infatti, dopo le prime tre sonate, integrerà presto il procedimento [[Muziodi Clementi|clementiano]] nel proprio stile. Inoltre, l'uso delle indicazioni dinamiche, nelle sonate di Clementi, si estende: ''pianissimo'' e ''fortissimo'' divengono frequenti, e la loro funzione espressiva assume un'importanza considerevole. Anche in questo caso Beethoven coglie al volo le possibilità dischiuse da queste innovazioni e, dalla ''[[Sonata per pianoforte n. 8 (Beethoven)|Patetica]]'', questi principi appaiono definitivamente incorporati nel suo stile.
Un altro punto in comune fra le prime sonate di Beethoven e quelle, contemporanee o anteriori, di Clementi è la loro estensione, piuttosto significativa per l'epoca: i lavori che ispirano il giovane musicista sono in effetti opere di vasto respiro, spesso formate da ampi movimenti. Vi si trovano le premesse di una nuova visione dell'opera musicale, ormai concepita per essere unica. Le sonate per pianoforte di Beethoven sono note per essere state in qualche modo il suo «laboratorio sperimentale», quello dal quale traeva le nuove idee che estendeva in seguito ad altre forme musicali, come la [[sinfonia]].: Infattiinfatti, come rimarca [[Marc Vignal]],<ref>M. Vignal, ''Muzio Clementi'', Fayard/Mirare, 2003, pp. 35 e 63</ref> si trovano ad esempio importanti influenze delle sonate op. 13 n. 6 e op. 34 n. 2 di Clementi nell<nowiki>'</nowiki>''[[Sinfonia n. 3 (Beethoven)|Eroica]]''.
==== Händel e gli antichi ====
|