Dialetto tergestino: differenze tra le versioni

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Sempre nel 1824 Girolamo Agapito nella "Compiuta e distesa descrizione della fedelissima citta e portofranco di Trieste" descrive la parlata di Trieste come
''"un dialetto italiano il quale originariamente aveva molte sue proprietà e si scostava alquanto dal dialetto veneto a cui però e andato a poco a poco avvicinandosi, di modo che, al presente, si può dire che sia il medesimo vernacolo veneziano"''<ref>{{cita libro | autore= Diomiro Zudini| Autore2autore2= Pierpaolo Dorsi |titolo= Dizionario del dialetto muglisano |editore= Casamassima |città=Udine|anno= 1981 | pp= XIV}}</ref>.
 
Il 22 giugno del 1845 la rivista “Il Caleidoscopio”<ref>{{cita pubblicazione | autore=G.M.B. |titolo=Sonetto |rivista= Il Caleidoscopio | volume= 4 | numero=XXVI| anno= 1845| pp=246}}</ref> pubblica un sonetto risalente al 1796 (Il sonet del ver Triestin di cui si è detto poco sopra). Il redattore del giornale, Adalberto Thiergen (celato sotto lo pseudonimo di Tito Delaberrenga), annota: ''"L'antico dialetto triestino, omai pressocchè perduto negli scritti, e adulterato nella favella comune, era composto in gran parte di veneziano, con qualche frase o desinenza del limitrofo Friuli e dell'Istria"''.