Dialetto tergestino: differenze tra le versioni
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''"un dialetto italiano il quale originariamente aveva molte sue proprietà e si scostava alquanto dal dialetto veneto a cui però e andato a poco a poco avvicinandosi, di modo che, al presente, si può dire che sia il medesimo vernacolo veneziano"''<ref>{{cita libro | autore= Diomiro Zudini|autore2= Pierpaolo Dorsi |titolo= Dizionario del dialetto muglisano |editore= Casamassima |città=Udine|anno= 1981 | pp= XIV}}</ref>.
Il 22 giugno del 1845 la rivista “Il Caleidoscopio”<ref>{{cita pubblicazione | autore=G.M.B. |titolo=Sonetto |rivista= Il Caleidoscopio | volume= 4 | numero=XXVI| anno= 1845| pp=246}}</ref> pubblica un sonetto risalente al 1796 (Il sonet del ver Triestin di cui si è detto poco sopra). Il redattore del giornale, Adalberto Thiergen (celato sotto lo pseudonimo di Tito Delaberrenga), annota: ''"L'antico dialetto triestino, omai
Un’attenzione particolare merita la posizione di [[Pietro Kandler]], sia per l’autorevolezza del personaggio che per l’evoluzione nel tempo della sua opinione sul Tergestino. Kandler parte infatti da una visione molto scettica: nel numero del 28 marzo 1846 del giornale “L’Istria”<ref>{{cita pubblicazione | autore=Pietro Kandler |titolo= Saggio di dialetti istriani |rivista= L’Istria| volume= 1 | numero=16-17| anno= 1846| pp=61 | url=http://books.google.it/books?id=sMNeAAAAcAAJ&pg=PA61&dq=kandler+istria+volume+1&hl=it&sa=X&ei=cVV7VMO3GsP6PJHLgeAF&ved=0CE0Q6AEwCQ#v=onepage&q&f=false}}</ref> si legge ''“Invalse credenza che il dialetto già parlato in Trieste fosse friulano, e citavasene in appoggio la consuetudine di qualche nobile famiglia, qualche scritto occasionale, la non nuova opinione che Trieste appartenesse fisicamente al Friuli. L’uso del dialetto friulano non fu mai del volgo, né della generalità, ma di singoli individui”''. Una posizione in qualche modo più sfumata si trova sempre sull’Istria, nel numero del 16 maggio dello stesso anno<ref>{{cita pubblicazione | autore=Pietro Kandler |titolo=Dialetto di Muggia |rivista= L’Istria| volume= 1 | numero=28-29| anno= 1846| pp=115 | url=http://books.google.it/books?id=sMNeAAAAcAAJ&pg=PA115&dq=kandler+istria+volume+1&hl=it&sa=X&ei=cVV7VMO3GsP6PJHLgeAF&ved=0CE0Q6AEwCQ#v=onepage&q&f=false}}</ref>: trattando del dialetto di Muggia, Kandler scrive ''“Il dialetto che vi si parlava e che vi si parla ancora da molti, scostavasi in qualche parte dal veneto; vuolsi da qualcuno che il dialetto di Muggia sia quello stesso che in tempi addietro parlavasi a Trieste; opinione che ha bisogno di migliore verificazione di quella che possa oggidì farsi nella lingua parlata dal popolo”''. Questo punto di vista muterà significativamente nei decenni successivi. In una nota manoscritta apposta sulla sua copia personale della prima edizione della “Storia del Consiglio dei Patrizi di Trieste e quindi collocabile fra il 1858 (data della pubblicazione) e il 1872 (data della morte del Kandler), trascrivendo un poemetto satirico risalente al 1689, Kandler appunta ''“In questo poema abbiamo un saggio del dialetto ferrarese, che il Quinto parlava, e del dialetto volgare triestino posto in bocca a patrizio che alle cure pubbliche anteponeva i campi, dei quali dirigeva la coltivazione.”'', e qualche riga più sotto ''“Il porre in canzone un patrizio perché parlava il gergo plebeo, avverte ciò che per altre vie ci era noto, cioè che due dialetti si parlavano in Trieste: il plebeo che deve essere comune a Muggia secondo che abbiamo udito; ed il nobile, il quale era il veneto alzato fino a dignità di lingua parlata, non però di lingua scritta”''<ref>Le note manoscritte sono state pubblicate nella seconda edizione: {{cita libro | autore= Pietro Kandler | |titolo= Storia del Consiglio dei Patrizi di Trieste dall'anno 1382 al 1809. Con documenti. |editore=Cassa di Risparmio di Trieste|città=Trieste|anno= 1972 | pp= 147}}</ref>.
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