Palazzo d'Inverno: differenze tra le versioni

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Il palazzo venne costruito con una struttura monumentale, quasi a rappresentare in scala la magnificenza ed il potere mitico che aveva l'[[Impero russo]]. Da questo palazzo lo Zar, [[autocrate]] di tutte le Russie, governava quasi 22.400.000 chilometri quadrati di territorio (circa un sesto delle [[terre emerse]] al mondo), con un totale di 176.400.000 abitanti. L'attuale palazzo venne disegnato da diversi architetti, di cui il più notabile fu indubbiamente [[Bartolomeo Rastrelli]], che inaugurò il termine di [[Barocco elisabettiano]] per i lavori che svolse proprio qui per conto della zarina [[Elisabetta di Russia]]. Il palazzo ha la forma di un rettangolo bianco e verde e si è calcolato che esso dispone di 1.786 porte, 1.945 finestre, 1.500 stanze e 117 armadi. La ricostruzione del [[1837]] lasciò gli esterni illesi, ma gran parte degli interni vennero ridisegnati con varietà di gusti e stili, lasciando che però a prevalere fosse un recupero di stile [[Rococò]], seguendo il progetto del Rastrelli."<ref name="Budberg, p.200">Budberg, p.200.</ref>
 
== Il Palazzo d'Inverno di Pietro il Grande (1711–1721) ==
Nel 1905, il palazzo fu teatro del massacri della "[[Domenica di sangue (1905)|Domenica di sangue]]", e da questa data la famiglia imperiale prescelse vivere prevalentemente nel [[Palazzo di Alessandro]] a [[Carskoe Selo]], ritornando al Palazzo d'Inverno solo in rare occasioni. A seguito della [[rivoluzione di febbraio]] del [[1917]], il palazzo divenne per un breve periodo sede del [[governo provvisorio russo]], retto da [[Aleksandr Kerenskij]]. Successivamente, il palazzo [[rivoluzione d'ottobre|venne occupato]] dalle [[guardie rosse]] dando il via alla nascita dello [[Unione Sovietica|potere sovietico]]. Attualmente restaurato, il palazzo è parte del complesso di costruzioni che costituiscono il [[Museo dell'Ermitage]].
 
== Il Palazzo d'Inverno di Pietro il Grande (1711–1721) ==
[[File:Peter de Grote.jpg|thumb|Pietro I detto ''il Grande'' che ideò la città di San Pietroburgo come sua nuova capitale e che ivi pose il primo complesso di quello che sarebbe poi divenuto il Palazzo d'Inverno che oggi possiamo ammirare.]]
Nel [[1703]], [[Pietro I di Russia]] iniziò la propria politica di occidentalizzazione ed espansione, intenzionato a trasformare lo [[Zarato di Russia]] in un vero e proprio impero d'impostazione moderna, facendo di esso la maggiore delle potenze europee. Questa politica culminò certamente con la nuova città dello Zar, [[San Pietroburgo]], proprio in quello stesso [[1703]]. La cultura ed il disegno della nuova città era intenzionale per controbattere alla classica influenza bizantina dell'architettura russa sino a quel momento, introducendo uno stile nuovo definito [[Barocco petrino]] che caratterizzò anche la costruzione del suo nuovo palazzo di residenza. La prima residenza reale venne costruita nel [[1704]] sulle rive del fiume [[Neva]] e prese il nome di "[[Domik Petra]]". Nel [[1711]] essa venne spostata all'imbarcadero Petrovskaya, dove rimane tuttora.<ref name="Petrakova">Petrakova</ref> Quando i tempi furono maturi, lo Zar decise la costruzione di una casa più grande che andò a formare il primo nucleo del Palazzo d'Inverno (1711-1712). Questa casa venne progettata da [[Domenico Trezzini]].<ref>Trezzini, catalogue of works. 1711</ref>
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L'architettura del palazzo continuò quindi con il progetto degli interni. Il primo piano, corrispondente al "piano nobile", si distingueva per finestre più alte di quelle del piano superiore. Ciascuna finestra era diviso da quella vicina da un pilastro. La ripetitiva monotonia delle finestre sulle lunghissime facciate, erano interrotte sovente da portici colonnati. Gli unici cambi esterni che vennero apportati di grande evidenza, furono relativi al colore: originariamente (ed ancora oggi), il colore del palazzo è verde pastello con decorazioni in bianco, mentre dal [[1837]] al [[1946]] il palazzo venne dipinto di rosso con decorazioni in bianco.
 
I.
Internamente il palazzo appare ancora oggi come una commistione di elementi barocchi e neoclassici, anche se solo una parte del rococò del Rastrelli sopravvive in alcune sale, sino a trionfare nella Grande Cappella Imperiale o nello Scalone d'Onore. Lo scalone principale detto anche ''Scalone Giordano'' in quanto da questo monumentale scalone la mattina dell'Epifania lo Zar scendeva trionfalmente per la cerimonia della "benedizione delle acque". Esso è una delle parti del palazzo risalenti al XVIII secolo e più precisamente al progetto del Rastrelli, seppure le grandi colonne granitiche vennero aggiunte solo a metà del XIX secolo.<ref>Budberg, p.198.</ref> Come già detto, i cambi interni delle decorazioni vennero promossi da Caterina II su progetti di [[Ivan Starov|Starov]] e [[Giacomo Quarenghi|Quarenghi]], che alterarono di molto il progetto interno previsto dal Rastrelli.
 
A Quarenghi venne accreditata l'introduzione dello stile neoclassico a San Pietroburgo.<ref>Budberg, p. 200.</ref> Il suo lavoro, assieme a quello di [[Karl Ivanovich Rossi]] e [[Auguste de Montferrand]], trasformò gradualmente San Pietroburgo in una vera e propria "città imperiale". De Montferrand non solo ricreò molti interni di palazzi cittadini in stile neoclassico, ma eresse anche la [[Colonna di Alessandro]] nella nuova piazza antistante il palazzo, costruita dal Rossi durante il regno di Nicola I.
 
=== Interni ===