Guerra del Kosovo: differenze tra le versioni

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== Fasi della guerra ==
La guerra del Kosovo si può dividere in tredue fasi di tempo distinte:
 
21.Tra il 1996 e il 1999 furono i separatisti albanesi dell'[[UÇK]] contro le postazioni militari e contro le entità statali. Successivamente ci fu una repressione sempre più dura da parte della polizia e, più tardi, da parte di forze paramilitari ispirate da estremisti serbi.
1. Nel 1989 e 1990 [[Milosevic]] liquida le autonomie del Kosovo e della [[Vojvodin]]a. Dopo tre guerre di aggressione contro la [[Slovenia]] (1991), la [[Croazia]] (1991) e la [[Bosnia-Erzegovina]] (1992-1995), dopo i crimini di guerra nella [[Slavonia]] orientale e il genocidio in Bosnia il regime di Milosevic nel marzo 1998 ha scatenato un'altra guerra di aggressione, stavolta contro la popolazione albanese della provincia autonoma del Kosovo.
Per dieci anni quasi due milioni di albanesi del Kosovo, guidati dal loro presidente liberamente eletto [[Ibrahim Rugova]], si sono difesi esclusivamente con mezzi non violenti e con forme di resistenza pacifica contro i soprusi e la repressione quotidiana. I governi occidentali, invece, non hanno minimamente premiato questo atteggiamento politico, anzi, hanno assistito passivamente alla continua violazione dei diritti umani e politici in Kosovo e all'aumento dei flussi di profughi albanesi verso i paesi dell'Europa centrale (inclusa l'Italia) che dal 1990 fino ad oggi ha superato 300.000 persone, e quindi notevolmente più persone di quante ne fossero arrivate in Italia dall'Albania in tutto questo periodo<ref> [http://www.gfbv.it/3dossier/kosovo.html Pittsburgh Law University: A Contribution to the Muenzel-Antic Debate]</ref>.
 
32.Nel 1999 ci fu l'intervento della NATO contro la Serbia. Per tutto il 1998, mentre la guerra sul terreno si espandeva e la repressione dei serbi si faceva via via più pesante e sanguinosa, la NATO adottò una politica di dissuasione e minaccia contro il governo della Repubblica federale iugoslava guidato da Slobodan Milošević.
2.Tra il 1996 e il 1999 furono i separatisti albanesi dell'[[UÇK]] contro le postazioni militari e contro le entità statali. Successivamente ci fu una repressione sempre più dura da parte della polizia e, più tardi, da parte di forze paramilitari ispirate da estremisti serbi.
Esercitando forti pressioni, l'Alleanza atlantica ottenne l'avvio dei negoziati di Rambouillet, che si conclusero positivamente nonostante la resistenza dei rappresentanti dell'UÇK a firmare un documento nel quale era formalmente garantita l'autonomia del Kosovo, ma non la sua piena indipendenza.
 
Tale resistenza fu superata grazie alle pressioni degli USA, che godevano di grande prestigio presso l'UÇK e la delegazione Cossovara grazie alla loro politica di sostegno. Alla ripresa di Parigi, di lì a pochi giorni dalla conclusione di Rambouillet - una sessione non politica che avrebbe dovuto occuparsi degli aspetti attuativi e organizzativi dell'accordo - la delegazione serba abbandonò sin dall'inizio la seduta rimettendo in discussione gli esiti politici di tutta la trattativa, dichiarando che non accettava più quella che considerava una indipendenza autonoma.
3.Nel 1999 ci fu l'intervento della NATO contro la Serbia. Per tutto il 1998, mentre la guerra sul terreno si espandeva e la repressione dei serbi si faceva via via più pesante e sanguinosa, la NATO adottò una politica di dissuasione e minaccia contro il governo della Repubblica federale iugoslava guidato da Slobodan Milošević.
 
==Intervento della Nato==