Enrico VI, parte I: differenze tra le versioni
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Il [[dramma storico]], basato sulla vita del monarca [[Enrico VI d'Inghilterra]], si compone di altre due parti: l<nowiki>'</nowiki>''[[Enrico VI, parte II]]'' e l<nowiki>'</nowiki>''[[Enrico VI, parte III]]''; ma allo stesso tempo è il primo capitolo della tetralogia minore del bardo assieme a ''[[Riccardo III (Shakespeare)|Riccardo III]]''.
È il [[dramma]] del potere <ref>Il duca di Alençon dirà: «l’essenza dell’autorità» (Atto V, scena 4)</ref>, indagato nei suoi aspetti più torbidi e oscuri, vissuto come [[fatalità]] e [[maledizione]] - come testimonia la maledizione contro gli inglesi di [[Giovanna d'Arco]] sul rogo, nella quarta scena del V atto - che incombe come una cappa asfissiante non solo su chi se lo ritrova a gestire senza averlo cercato (come appunto Enrico VI) ma anche su coloro la cui vita è presentata invece come
{{quote|Ci fu mai monarca che occupasse un trono in terra e fosse meno felice di me? Appena uscito di culla fui fatto re all’età di nove mesi; e non vi fu mai suddito che desiderasse di essere sovrano quanto io desidero di essere suddito|[[Enrico VI, parte II]] - Atto 4, scena 9}}
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==Trama==
{{S sezione|teatro}}
Nella prima parte assistiamo alle celebrazioni per la morte prematura di [[Enrico V d'Inghilterra|Enrico V]] (padre di [[Enrico VI d'Inghilterra|Enrico VI]]), grande re e condottiero <ref>“''Prima di lui, l’Inghilterra non ebbe mai un vero e proprio sovrano; Egli era virtuoso e degno di comandare''”, Atto I, Scena 1</ref>, che con la [[battaglia di Azincourt]] ([[1415]]) aveva piegato a sé la [[Francia]] e poi riconquistato alla corona inglese tutta la [[Normandia]]. L'evento inatteso inaugura per
{{quote|Ora che Enrico è morto, o generazioni future, attendetevi anni di dolore: i bambini suggeranno agli umidi occhi materni, quest’isola diverrà nutrice di amaro pianto, e non resteranno che donne a piangere i morti|Atto I, Scena 1}}
Ma la ribellione e la riscossa delle forze francesi, (“''Tristi notizie vi porto dalla Francia, di perdite, di stragi e di sconfitte; la Guienna, la Sciampagna, Reims, Orléans, Parigi, Guysors, Poitiers, sono tutte perdute''”, Atto I, Scena 1) alla cui guida vediamo una figura di [[Giovanna d'Arco]] stranamente non valorizzata da [[Shakespeare]] (che peraltro scriveva per un uditorio inglese, certamente non ben disposto verso la pulzella d'[[Orléans]]), sono solo la conseguenza esteriore, non la causa del problema; questa infatti va individuata in un fattore interiore, cioè nelle discordie,
Storicamente, questi torbidi sono rappresentati dalla cosiddetta [[Guerra delle due rose]], e appunto nella scena 4 del secondo atto viene descritta plasticamente
{{quote|E qui faccio una profezia: questa contesa fra rosa bianca e rosa rossa, divenuta oggi fazione nel giardino del Tempio, manderà mille anime nelle tenebre della morte.<br />[...]<br />Sì, marciamo pure in Inghilterra o in Francia, senza capire quello che probabilmente seguirà. Questa discordia nata da poco fra i pari cova sotto le ceneri fallaci di un amore simulato, e da ultimo eromperà in fiamma: come le membra infette imputridiscono a poco a poco finché ossa e carne e muscoli cadono in disfacimento, tali saranno i frutti di questa vile discordia nata dalla rivalità. Ed ora temo quella fatale profezia che al tempo di Enrico V correva persino sulle bocche dei lattanti: che Enrico di Montmouth avrebbe conquistato tutto e Enrico di Windsor tutto avrebbe perduto|Atto II, scena 4 e Atto III, scena 1}}
Sullo sfondo di questa crisi drammatica, Enrico VI è il re, ma la sua figura è quella di chi il potere regale lo subisce invece che esercitarlo. Già la sua ascesa al trono
Enrico VI è giovane e non ama la guerra<ref>“''Mi è sempre sembrata cosa empia e snaturata che tanta ferocia e sanguinosa rivalità regnassero fra genti che professano una stessa fede''”, Atto V scena 1</ref>; la sua indole meditativa ed introversa, come egli stesso ammette <ref>“…''Mi si addicono più lo studio e i libri''”, Atto V scena 1</ref> lo rende inadatto al suo ruolo, dati i tempi; la sua figura tragica è quella di chi vive credendo nella buona fede di quelli che lo circondano, sicuro che tutti siano come lui e quindi vogliano indefettibilmente il bene e rifiutino sempre e comunque il male. Ma il mondo non funziona così. Persino la sua intimità, la sua vita sentimentale è pregiudicata
==Note==
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