Stefano Pugliese: differenze tra le versioni
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==Biografia==
Nato a Catanzaro il 12 aprile [[1901]], entrò come Allievo nell'[[Accademia navale]] di [[Livorno]] nel settembre [[1915]], conseguendo la nomina a [[Guardiamarina]] nel luglio [[1920]]. Dopo essere stato imbarcando su unità della Squadra Navale, svolgendo vari incarichi, prese parte a lunghe crociere addestrative all'estero. Conseguito il brevetto di Direttore del Tiro (D.T.) fu imbarcato su varie [[navi da battaglia]] fino al febbraio [[1934]], quando assunse il comando del nuovo [[sommergibile]] ''[[Nereide (sommergibile 1934)|Nereide]]''. Promosso [[Capitano di corvetta]] nel dicembre dello stesso anno, si imbarcò
sull'[[incrociatore pesante]] ''[[Pola (incrociatore)|Pola]]'' con l'incarico di 1° Direttore del Tiro. Successivamente comandò il sommergibile ''[[Balilla (sommergibile 1928)|Balilla]]''
co il quale prese parte ad alcune missioni speciali durante la [[guerra civile spagnola]]. Promosso [[Capitano di fregata]] nel gennaio 1939, nel successivo mese di maggio assunse l'incarico di Comandante in seconda sull'[[incrociatore leggero]] ''[[Giuseppe Garibaldi (incrociatore 1936)|Giuseppe Garibaldi]]'', partecipando alla [[battaglia di Punta Stilo]] al largo delle coste calabresi. Rimase imbarcato sul ''Giuseppe Garibaldi'' fino al novembre [[1940]], quando assunse il comando dell'[[incrociatore corazzato]] ''[[San Giorgio (incrociatore)|San Giorgio]]'', protagonista della difesa di [[Tobruk]] in [[Libia]].
[[File:Autoaffondamento.jpg|thumb|left|L'autoaffondamento dell'[[San Giorgio (incrociatore)|incrociatore San Giorgio]] al largo della costa di [[Tobruk]].]]
Nel gennaio del [[1941]] dopo strenui combattimenti con le unità navali e con le forze terrestri britanniche che assediavano la piazzaforte chiese l'autorizzazione a lasciare gli ormeggi ed affrontare le navi nemiche in mare. L'autorizzazione non fu concessa perché il comando italiano riteneva il ''San Giorgio'' perno della difesa della città.
All'atto dell'occupazione della base da parte del nemico, egli predispose l'autodistruzione della nave rimanendo a bordo fino all'esplosione finale. Ferito e catturato dagli inglesi fu decorato della [[Medaglia d'Oro al Valor Militare]]<ref>Creduto morte fu insignito della Medaglia d'oro al valor militare con una motivazione quasi alla memoria.</ref> e promosso [[Capitano di vascello]] per meriti di guerra nel dicembre [[1942]].
Rinchiuso nel [[campo di concentramento]] di [[Yol (India)|Yol]],<ref>A Yol furono rinchiusi anche [[Luigi Durand de la Penne]], [[Antonio Marceglia]] e [[Vincenzo Martellotta]] e [[Luigi Faggioni]].</ref> in [[India]], fu rmpatriato dopo la fine della guerra, ricoprendo poi vari incarichi tra i quali quello di Capo di Stato Maggiore della 5ª Divisione Navale, di comandante dell'incrociatore leggero ''[[Raimondo Montecuccoli (incrociatore)|Raimondo Montecuccoli]]'' e quello del Deposito C.E.M.M. di Taranto.
Promosso [[Contrammiraglio]] nel gennaio [[1950]], divenne [[Ammiraglio di divisione]] nel marzo [[1954]] e [[Ammiraglio di squadra]] nel dicembre [[1957]], ricoprendo in quegli anni l'incarico di comandante D.A.T. Marina, del Comando Autonomo Marina Militare della [[Sicilia]] e quello della 2ª Divisione Navale. Destinato al Ministero Marina con l'incarico di Direttore Generale per il personale del C.E.M.M., nell'ottobre [[1959]] assunse il comando del Dipartimento M.M. dello [[Mar Ionio|Ionio]] e del [[Canale d'Otranto]]. Il 30 novembre [[1962]] divenne comandante delle forze navali NATO dell'area del [[Mar Mediterraneo|Mediterraneo centrale]] con [[Quartier generale]] a [[Napoli]]. Il 13 aprile [[1964]] fu posto in posizione ausiliaria per raggiunti limiti d'età, spegnendosi a [[Cirò]] ([[provincia di Catanzaro]]) il 22 agosto [[1978]].
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