Linea Curzon: differenze tra le versioni

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In base al censimento del 1931, nei territori occupati dai sovietici fra il settembre del 1939 e il giugno del 1941 abitavano circa 12 milioni di persone: 4 milioni di polacchi, 5 milioni di ucraini, 2 milioni di bielorussi e più di un milione di ebrei; quindi solo un terzo della popolazione era polacco.<ref>{{Cita|Piotr Eberhardt, Jan Owsinski|p. 121}}</ref><ref name="Timothy Snyder,Ray Brandon" /> I polacchi avevano una netta maggioranza nel [[voivodato]] di Białystok ed erano appena sopra il 50% nel voivodato di [[Voivodato di Vilnius|Vilnius]], ma in quest'ultimo era in minoranza nelle aree rurali. Nei voivodati di [[Ternopil'|Tarnopol]] e [[Voivodato di Nowogródek|Nowogródek]] i polacchi erano circa un terzo della popolazione e meno del 17% in [[Voivodato di Volinia|Volinia]], [[Voivodato di Stanisławów|Stanisławów]] e [[Voivodato della Polesia|Polesia]]. Nel [[voivodato di Leopoli]] polacchi e ucraini erano prossimi alla parità, sebbene gli ucraini fossero più numerosi nelle aree rurali. In grandi centri urbani come [[Leopoli]] e [[Vilnius]], i polacchi avevano la maggioranza assoluta, mentre gli ebrei costituivano il secondo gruppo etnico. La maggioranza delle piccole città avevano il carattere di insediamenti ebraici ([[Shtetl]]).<ref name="Timothy Snyder,Ray Brandon">Timothy Snyder,Ray Brandon, ''Stalin and Europe: Imitation and Domination, 1928-1953'', Oxford University Press, 2014, p. 95</ref>
 
Le deportazioni subite dalla popolazione polacca fra il [[1939]] e il [[1941]] ad opera dei sovietici (fra 1939 e 1941 furono circa 315.000/330.000&nbsp;000 i cittadini polacchi deportati dai sovietici, in siberia o all'estremo nord della Russia, dei quali circa il 63% era rappresentato da polacchi etnici. Altri 22.000 furono i fucilati, compresi i 14.587 soldati e ufficiali uccisi nel cosiddetto [[Massacro di Katyń|massacro della foresta di Katyń]]<ref>Elazar Barkan, Elizabeth A. Cole, Kai Struve, ''Shared History, Divided Memory: Jews and Others in Soviet-occupied Poland, 1939-1941'', Leipziger Universitätsverlag, 2007, p. 175</ref><ref>{{Cita|Piotr Eberhardt, Jan Owsinski|p. 123}}</ref><ref>Rainer Munz, Rainer Ohliger, ''Diasporas and Ethnic Migrants: Germany, Israel and Russia in Comparative Perspective'', Routledge, 2004, p. 80</ref>) e, soprattutto, di quella ebrea dal [[1941]] al [[1945]] per mano dei tedeschi con il conseguente [[Olocausto]], fecero sì che la popolazione diventasse in maggioranza assoluta [[ucraini|ucraina]] a sud e [[bielorussi|bielorussa]] a nord. Mentre [[Leopoli]], [[Vilnius]], [[Hrodna]] e altre città minori continuarono ad avere maggioranze polacche. Winston Churchill stimò da 3 a 4 milioni il numero dei polacchi a est della linea Curzon che avrebbero potuto essere interessati dai trasferimenti di popolazioni dopo la guerra a seguito dello spostamento della frontiera sovietico-polacca lungo la linea Curzon.<ref>Winston Churchill, ''Triumph and Tragedy'', Houghton Mifflin Harcourt, 1986, p. 568</ref> Dopo il [[1945]], la maggior parte della popolazione polacca dell'area ad est del nuovo confine sovietico-polacco fu espulsa andando ad insediarsi nei territori della neonata [[Repubblica Popolare Polacca]] sottratti alla [[Germania]]. Oggi l'area è a maggioranza quasi assoluta [[Bielorussia|bielorussa]] a nord e [[ucraina]] a sud (ma ci sono comunque circa 500.000 Polacchi in Bielorussia - il 5% della popolazione).
 
== Etnografia ad ovest della Linea ==