Sincronicità: differenze tra le versioni
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Sempre nello stesso testo, il filosofo parla del legame tra gli eventi naturali e un'interpretazione individuale in cui vi sia un significato: {{Citazione|La tendenza dell'uomo a prendere gli auspici, [...] il suo aprir la Bibbia, i suoi giochi di carte, le sue colate di piombo e il suo contemplare il sentimento del caffè, eccetera, testimoniano la sua convinzione, contrastante a ogni fondamento razionale, che sia in qualche modo possibile riconoscere da quanto è presente e sta dinanzi agli occhi ciò che è nascosto nello spazio o nel tempo, ossia ciò che è lontano o futuro, che si possa da quello dedurre questo, se soltanto si possiede la vera chiave del cifrario.|<ref>Schopenhauer p. 299</ref>}}
[[Paul Kammerer]], uno zoologo austriaco, è stato il primo scienziato moderno (prima di Jung) a considerare le coincidenze in una prospettiva non meccanicistica, con la "ripetizione dei casi", secondo di una legge di serialità, accanto alla causalità e alla finalità.<ref>Jung,
Il concetto di sincronicità appare per la prima volta il 18 novembre 1928 nel verbale del seminario sull'analisi dei sogni.<ref>Jung, <nowiki>''</nowiki>Dream Analysis<nowiki>''</nowiki>, p. 44-45</ref> Nel 1934, uno dei suoi pazienti aveva visto in sogno un'aquila che mangiava le proprie piume, poi, qualche tempo dopo, Jung, al [[British Museum]], aveva scoperto un manoscritto alchemico attribuito a Ripley, che rappresentava un'aquila che mangiava le proprie piume. Ciò appare in una lettera al fisico [[Pascual Jordan]], del [[10 novembre]] [[1934]].<ref>Deirdre Bair, <nowiki>''</nowiki>Jung. Une biographie<nowiki>''</nowiki>, Flammarion, p. 559, 1155. Jung, <nowiki>''</nowiki>Correspondance 1906-1940<nowiki>''</nowiki>, Albin Michel, 1992</ref>
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