Terme di Fordongianus: differenze tra le versioni

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Il primo edificio, posto a nord, è stato edificato con la tecnica dell'''[[opus quadratum]]'', che consiste nella sovrapposizione di blocchi (in questo caso [[trachite]]) squadrati in forma parallelepipeda e di altezza uniforme, messi in opera senza legante. Al centro vi è la ''natatio'', un'ampia piscina rettangolare da 13 m per 6,5 per 1,5 di profondità, dotata ai lati di quattro scalini per scendere sul fondo della vasca; al suo interno veniva immessa l'acqua calda della sorgente precedentemente stemperata adducendo acqua fredda da alcuni serbatoi posti a poca distanza. Un sistema di chiuse in bronzo permetteva di regolarne i flussi e garantire una efficace regolazione della temperatura. L'acqua veniva immessa nella piscina attraverso un terminale decorativo, una protome scolpita a forma di testa di pantera, dalla cui bocca sgorga tuttora.
 
I due lati più lunghi della ''natatio'' erano interessati dalla presenza di un porticato, sorretto da pilastri in blocchi di [[vulcanite]] a sezione quadrata, che sorreggeva un'ampia [[volta a botte]] posta a copertura della piscina; la presenza di tre lucernari ne garantivano l'illuminazione interna. Di questa struttura si conserva attualmente soltanto un lato del porticato. <br /> Nelle immediate si possono osservare altre vasche minori tra le quali, portato alla luce nelle ultime indagini archeologiche, il [[ninfeo]], una piscina dedicata al culto delle ninfe, come attesta il ritrovamento di un'iscrizione a loro dedicata.
[[File:Fordongianus - Terme romane (04).JPG|miniatura|sinistra|250px]]
==Lo stabilimento del III secolo==
Posto in parte a ridosso del primo edificio e con esso comunicante tramite una porta e una piccola scalinata sorgeva il secondo stabilimento. Venne eseguito in ''[[opus caementicium]]'' con paramento in ''[[opus vittatum]] mixtum'' ed originariamente presentava un pavimento eseguito in [[mosaico]] con tessere di cm 1,8 per 2,5 - che formavano un "disegno di rombi a tasselli di colore rosso e nero alternati, allineati in senso della larghezza della cella" ([[Antonio Taramelli]]), che venne in un secondo momento ricoperto con uno spesso strato di [[cocciopesto]]. Le pareti erano rivestite da lastre di [[marmo]] dello spessore di circa un centimetro.<br />
Lo stabilimento occupava una superficie di m 30 x 12 ed era composto da quattro vani principali: l'''[[apodyterium]]'', cioè lo spogliatoio, il ''[[frigidarium]]'', un ambiente da m 5,90 x 3,70 con due piccole vasche, il ''[[tepidarium]]'' (m 5,90 x 3,70), ed il ''[[calidarium]]'', il vano più ampio (m 8 x 5,50) con all'interno un vascone rettangolare. Il riscaldamento delle acque, effettuato mediante combustione di legname, avveniva in due fornaci adiacenti al ''calidarium''.
 
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==Storia degli scavi==
Il primo a localizzare i resti di ''Aquae Ypsitanae'' e ''Forum Traiani'' fu, nel [[1825]], lo storico [[Giuseppe Manno]] il quale, soltanto nel [[1860]], pubblicò la ''Descrizione di Forum Traiani''. Trascorsero altri quarant'anni circa prima dell'esecuzione dei primi scavi regolari che ebbero luogo tra il [[1899]] ed il [[1902]] ad opera del regio commissario dei Musei e scavi di antichità in Sardegna, con illustrazione del sito a cura dell'allora giovanissimo archeologo Antonio Taramelli.<br />
Ulteriori indagini sistematiche nel sito vennero eseguite dalla Soprintendenza per i beni archeologici delle province di Cagliari e Oristano a partire dal 1969.
 
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==Collegamenti esterni==
* [{{cita web|url=http://www.sardegnacultura.it/j/v/253?s=20925&v=2&c=2488&c1=2125&t=1 |titolo=SardegnaCultura, Fordongianus, Terme di Forum Traiani]}}
 
{{Portale|Archeologia|Sardegna}}