Luigi Cremona: differenze tra le versioni

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Luigi Cremona, primogenito di quattro figli, nacque a [[Pavia]] in una famiglia di [[Ebrei italiani|origini ebraiche]], il 7 dicembre 1830 dall'unione in seconde nozze tra il padre Gaudenzio Cremona, appartenente ad una famiglia di Novara un tempo agiata ma successivamente caduta in rovina, e Teresa Andreoli, conosciuta nel 1818 allorché, rimasto vedovo, si spostò a Pavia dove accettò un modesto impiego presso la delegazione austriaca.
 
Degli altri tre fratelli, Pietro e Francesca scomparvero in giovane età mentre l'ultimo, [[Tranquillo Cremona]], fu un famoso pittore appartenente al movimento della [[Scapigliatura]] milanese che si affermò per la sua originalità.
 
Anche i tre figli avuti dal padre Gaudenzio dal primo matrimonio con Caterina Carnevali, benché non fossero favorevoli alla nuova unione del padre, ebbero un ruolo significativo nella vita di Luigi; Giuseppe non si rifiutò di aiutare Teresa quando nel 1841 rimase vedova con quattro figli da mantenere, mentre era di Giovanna la casa a [[Groppello]] che egli usava per passare le sue vacanze e dove conobbe la famiglia [[Cairoli]] alla quale rimase molto unito per tutta la vita da un forte legame di amicizia alimentato anche da una profonda stima. La sua amicizia si rivolgeva in particolare a [[Benedetto Cairoli]] che stimava sia per le sue qualità morali sia per il suo coraggio e l'ardore con cui combatteva per la libertà dell'Italia.
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Fu così che, sotto suggerimento di [[Francesco Brioschi]] e [[Angelo Genocchi]], nel 1860 Cremona fu chiamato dal [[Ministri della Pubblica Istruzione del Regno d'Italia|Ministro della Pubblica Istruzione]], [[Terenzio Mamiani]], a ricoprire la cattedra di [[Geometria Superiore]] a [[Bologna]], istituita appositamente per lui e per la prima volta con tale denominazione.
 
[[Massoneria in Italia|Massone]], nel 1866 fu tra i fondatori della [[Loggia massonica|loggia]] "Felsinea" di Bologna, della quale fu il primo [[Maestro venerabile]], con [[Giosuè Carducci]] come segretario<ref>V. Gnocchini, ''L'Italia dei Liberi Muratori'', Mimesis-Erasmo, Milano-Roma, 2005, pp.86-87.</ref>.
 
Ma la permanenza di Cremona a Bologna durò fino al 1867 quando [[Francesco Brioschi]], consapevole di come egli fosse la persona più adatta per insegnare le nuove tecniche di calcolo grafico che, grazie alle importanti opere di [[Cullman]], erano diventate indispensabile conoscenza per un futuro ingegnere, lo chiamò a Milano ad insegnare [[Statica grafica]] presso il Regio Istituto Tecnico Superiore di Milano (attuale [[Politecnico di Milano]]) di cui Brioschi era direttore. A Milano Cremona dovette occuparsi inizialmente del solo corso di [[Statica grafica]] abbandonando così, parzialmente, il suo indirizzo di studi puramente geometrici per occuparsi di questioni riguardanti la matematica applicata.
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Per molti anni diresse diversi lavori del [[Consiglio Superiore della pubblica istruzione]] e, tra il 1897 e il 1898, fu anche vicepresidente del Senato.
 
Nel 1898 accettò l'incarico di [[Ministri della Pubblica Istruzione del Regno d'Italia|Ministro della Pubblica Istruzione]], offertogli dal [[Antonio Starrabba|Di Rudinì]], incaricato di formare un nuovo [[Governo di Rudinì V|Governo]], ma rimase in carica per soli trenta giorni a causa dall'agitata situazione politica. Riuscì comunque a proporre un disegno di legge, costituito da pochi articoli, con i quali intendeva modificare quelle disposizioni della [[legge Casati]] che riguardavano le sanzioni disciplinari nei confronti degli insegnanti.
 
Nel 1900 Cremona fu chiamato dal [[Ministri dei Lavori Pubblici del Regno d'Italia|Ministro dei Lavori Pubblici]], [[Ascanio Branca|Branca]], per presiedere a due importanti commissioni d'inchiesta riguardanti lo sviluppo e l'ampliamento di Roma capitale; egli se ne occupò con la consueta meticolosità ma alla fine, per evitare ulteriori scandali, non accertò precise responsabilità.
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Del 1858 sono due lavori dal titolo ''[[Sulle linee a doppia curvatura e Teoremi sulle linee a doppia curvatura]]'' (linee che in seguito egli chiamerà [[cubiche gobbe]] e alle quali avrebbe successivamente dedicato numerosi trattati, l'ultimo dei quali nel 1879) in cui riuscì a ricavare teoremi che [[Michel Chasles|Chasles]] aveva solo enunciato nel suo ''Aperçu historique'', completandoli con la dimostrazione e illustrando alcune nuove e significative proprietà.
 
A questi scritti Cremona fece seguire delle ricerche originali sulle [[Sezione conica|coniche]] inscritte in una [[superficie sviluppabile]] del 4º ordine e di 3ª classe generalizzando, per lo spazio, i teoremi di [[Teorema di Huygens-Steiner|Steiner]] e [[Nicola Trudi|Trudi]] per le [[Sezione conica|coniche]] inscritte in un [[quadrilatero]].
 
Nello stesso anno pubblicò alcuni lavori sulle [[quadriche omofocali]], sulle [[Sezione conica|coniche]] e [[quadriche coniugate]] in cui il metodo di dimostrazione si fondava ancora sulla geometria analitica, che egli applicava abilmente utilizzando tutti i risultati e le tecniche più recenti e facendo largo uso delle [[coordinate tangenziali]].
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Il periodo bolognese fu quello più fertile e produttivo per quanto riguarda gli studi; è infatti in questi anni che Cremona pubblicò i suoi scritti più importanti e innovativi: [[Introduzione ad una teorica delle curve piane]] del 1861 e [[Preliminari di una teoria generale delle superfici]] del 1866 nelle quali ricostruisce la teoria delle [[curve algebriche]] e delle [[superfici algebriche]] e che, pur non rappresentando vere e proprie innovazioni dal punto di vista scientifico, presentano in modo organico argomenti già conosciuti e diffusi.
 
Completamente originali sono invece due note d'ugual titolo [[Sulle trasformazioni geometriche di figure piane]], pubblicate rispettivamente nel 1863 e nel 1865, in cui Cremona presenta quelle trasformazioni che sono diventate la sua scoperta più importante e che tutt'oggi portano il suo nome.
 
Di fatto le sue lezioni universitarie e la sua produzione scientifica influenzarono direttamente e indirettamente molti ricercatori italiani tra cui [[Giuseppe Veronese]], [[Eugenio Bertini]], [[Guido Castelnuovo]], [[Federigo Enriques]], soprattutto nel campo della [[geometria algebrica]].
 
===Attività editoriale===
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==Bibliografia==
* [{{cita web|http://www.treccani.it/enciclopedia/luigi-cremona_(Dizionario-Biografico)/ |Luigi Cremona nel Dizionario Biografico degli Italiani (ed. Treccani)]}}
*[http://www.luigi-cremona.it/ Archivio Luigi Cremona] Sito curato nell'ambito del Progetto PRIN 2006 "La nascita della scuola italiana di Matematica. Pubblicazione di Archivi elettronici e di carteggi". Curatori Aldo Brigaglia e Simonetta Di Sieno.
*[http://math.unipa.it/%7Ebrig/sds/prima%20pagina/tirocinio/Cremona%20Luigi%20biblio.htm Bibliografia di Luigi Cremona] a cura di Aldo Brigaglia
 
===Biografie===
* Rend. Ist. Lombardo, (2) 39 (1906), pp. 95-155&nbsp;95–155 ([[Luigi Berzolari]]);
* Mathem. Annalen, 59 (1904), pp. 1-19&nbsp;1–19 ([[Max Noether]]);
* [[Eugenio Bertini]]: Della vita e delle opere di L. C. (nel t. III delle Opere);
* [[Luigi Brusotti]]: Commemorazione nel cinquantenario della morte (Bologna, 1954).
* Aldo Brigaglia, Simonetta Di Sieno: ''L'opera politica di Luigi Cremona attraverso la sua corrispondenza - Prima parte'', La Matematica nella Società e nella Cultura, Ser. I, Vol. II, dicembre 2009, pp. 353-388&nbsp;353–388
* Aldo Brigaglia, Simonetta Di Sieno: ''L'opera politica di Luigi Cremona attraverso la sua corrispondenza - Seconda parte'', La Matematica nella Società e nella Cultura, Ser. I, Vol. III, agosto 2010, pp. 137-179&nbsp;137–179
 
===Opere===
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* {{Pristem|cremona}}
* [http://math.unipa.it/%7Ebrig/sds/prima%20pagina/tirocinio/Cremona%20Luigi%20biblio.htm Bibliografia] di Luigi Cremona
* [{{cita web|http://notes9.senato.it/Web/senregno.NSF/e56bbbe8d7e9c734c125703d002f2a0c/bffbee41c2c1c3014125646f005a894b?OpenDocument |Scheda sul sito del Senato]}}
* [{{cita web|http://www.treccani.it/enciclopedia/luigi-cremona_(Dizionario-Biografico)/ |dizionario biografico Treccani]}}
* [http://amshistorica.unibo.it/193/72/341 Necrologio di Luigi Cremona] sull'[[Annuario dell'Università di Bologna]], p. &nbsp;341.
 
{{Box successione|carica=[[Ministri della Pubblica Istruzione del Regno d'Italia|Ministro della Pubblica Istruzione]] del [[Regno d'Italia (1861-1946)|Regno d'Italia]]|immagine=Flag of Italy (1861-1946).svg