Alessandro Manzoni: differenze tra le versioni

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L'educazione religiosa a Merate e a Lugano: tolgo qualche info non indispensabile
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Il 13 ottobre 1791<ref name=":2"/> fu accompagnato dalla madre a [[Merate]] al collegio San Bartolomeo dei [[Somaschi]], dove rimase cinque anni: furono anni duri, in quanto il piccolo Alessandro risentiva della mancanza della madre<ref group=N>Manzoni ricordò sempre di come la madre, per facilitare la separazione dal figlio, se ne andò via di nascosto approfittando di un attimo di distrazione di quest'ultimo (si veda: {{cita|Trombatore, ''L'esordio del Manzoni''|p. 250}}).</ref> e perché soffriva del difficile rapporto con i suoi compagni di scuola, violenti<ref group=N>Tra i motivi di dileggio ci poteva essere anche quella forma di [[balbuzie]] che cominciò a manifestarsi proprio in quegli anni (si veda: {{cita|Trombatore, ''L'esordio del Manzoni''|pp. 250-251}}).</ref> tanto quanto gli insegnanti che lo punivano di frequente<ref>{{cita|Tonelli|p. 9}}.</ref>. La letteratura era già una consolazione e una passione: durante la ricreazione, racconterà lo scrittore, «…mi chiudevo […] in una camera, e lì componevo versi»<ref>{{cita|Fabris|p. 86}}.</ref>. Nell'aprile del 1796 passò al collegio di Sant'Antonio, a [[Lugano]], gestito ancora dai Somaschi, per rimanervi fino al settembre del 1798<ref name=":2"/>. Nello stesso 1796, giungeva sul [[Lago di Lugano]] il somasco [[Francesco Soave]], celebre erudito e pedagogista. Per quanto sia del tutto improbabile che Manzoni l'abbia avuto come maestro (se non per qualche giorno), la sua figura esercitò sul bambino una notevole influenza<ref>{{cita|Trombatore, ''L'esordio del Manzoni''|p. 252}}.</ref>. Vecchio e prossimo alla morte, l'autore de ''[[I Promessi Sposi]]'' ricordava: «Io volevo bene al padre Soave, e mi pareva di vedergli intorno al capo un'aureola di gloria»<ref>{{cita|Fabris|p. 95}}.</ref>.
 
Passò, alla fine del '98, al collegio Longone di Milano, gestito dai [[Barnabiti]]<ref name=":10">{{cita|Tonelli|p. 15}}.</ref> e quindi si trasferì a [[Castellazzo dei Barzi]], dove l'istituto aveva stabilito provvisoriamente la propria sede a causa delle manovre belliche<ref name=":2" /> per poi tornare, il 7 agosto [[1799]], a Milano<ref name=":10" />. Non è chiaro quanto l'adolescente rimanesse dai Barnabiti, anche se l'ipotesi più accreditata lo fa supporre allievo della scuola fino al giugno [[1801]]<ref>{{cita|Tonelli|p. 16}}.</ref>. Alessandro, nonostante l'isolamento cui era costretto per colpa dell'ambiente chiuso e bigotto, riuscì a stringere alcune amicizie che resteranno durature nel corso degli anni a venire: Giulio Visconti e [[Federico Confalonieri]] furono suoi compagni di classe. Un giorno imprecisato dell'anno scolastico 1800-1801, poi, gli scolari ricevettero una visita che suscitò nel Nostro una grande emozione: l'arrivo di [[Vincenzo Monti]], che leggeva avidamente e considerava il più grande poeta vivente, «fu per lui come un'apparizione di un Dio»<ref>{{cita|Carcano|pp. 7-8}}.</ref>.
 
==== La formazione culturale ====