Angelo Bevilacqua: differenze tra le versioni
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Nel 1908 torna a Savona e con il fratello maggiore Gian Battista inizia a lavorare come operaio presso la ''Manovra Astengo'' nella zona portuale: con i cavalli spostano sotto le navi i vagoni per le operazioni di carico e scarico delle merci. Comincia allora a interessarsi dei problemi dei lavoratori.
Al fronte durante la [[Prima guerra mondiale]], nel corso della quale muore il fratello Gian Battista, dopo il conflitto viene assunto
=== Il fascismo e
Durante il fascismo non interrompe
Con la [[Sentenza]] numero 15 del 20 marzo [[1935]] il [[Tribunale Speciale fascista]], lo condanna per Associazione comunista e Propaganda sovversiva a 10 anni di reclusione da scontare nel carcere di [[Fossano]], dove entra in contatto con altri membri del partito, tra i quali [[Umberto Terracini]].
Già il 5 aprile [[1937]], però, viene liberato grazie
=== La vita da ex detenuto politico ===
In questi anni Angelo è costretto a vivere di lavori occasionali, perché nessuno intende assumere in pianta stabile un uomo condannato per propaganda antifascista, e non può allontanarsi da Savona, perché due volte alla settimana deve firmare un apposito registro nella caserma dei Carabinieri.
Tra le altre restrizioni vi è quella di non poter intrattenere rapporti con altri condannati; gli ex detenuti vengono poi arrestati preventivamente e trattenuti in carcere per alcuni giorni quando è prevista a Savona qualche manifestazione o
Nonostante tutto Bevilacqua continua ad occuparsi clandestinamente di informazione e [[propaganda antifascista]], con grande pericolo perché le abitazioni degli ex detenuti politici sono le prime ad essere perquisite ogni volta che le autorità hanno notizia o sospetto di attività antifasciste.
Nel [[1939]] riesce comunque a farsi riassumere
Dal [[1941]] è membro del [[Comitato federale]] di Savona del Partito Comunista.
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Dopo il comizio si forma un corteo che muove verso la caserma della Milizia Portuale di corso Vittorio Veneto per chiedere la fine della guerra; i militi aprono il fuoco uccidendo due donne: Lina Castelli e Maria Pescio.
Il 27 luglio [[1943]], una nuova manifestazione unisce alla protesta
Tornando indietro, molti manifestanti si trattengono in piazza Sisto IV, dove Bevilacqua, dal balcone del Municipio, improvvisa un [[discorso]] in cui chiede la fine immediata della guerra e lo scioglimento di tutte le forze armate fasciste.
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Nei giorni successivi le pressioni degli operai non diminuiscono, tanto che alcuni di essi, come Andrea Aglietto e lo stesso Bevilacqua, vengono arrestati, ma rilasciati dopo appena un giorno.
Il 9 settembre,
I tedeschi e i fascisti, i quali, scomparsi dopo il 25 luglio, ora tornano attivamente al fianco dei [[nazisti]], intendono arrestare gli uomini di notoria fede antifascista; tra questi c'è Bevilacqua, che a fine settembre<ref>a [[Ferro]]</ref> o ai primi di ottobre<ref>a [[Malandra]]</ref> raggiunge il Distaccamento ''Stella Rossa'' accampato a [[Santa Giulia]] e poi trasferitosi a [[Gottasecca]] verso il 15 ottobre.
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Nel corso di una di queste visite a Santa Giulia, Bevilacqua sfugge a un rastrellamento a Dego; un'altra volta, arrestato dai carabinieri, viene subito rilasciato grazie a un [[lasciapassare]] rilasciatogli dal Comando Tedesco quando lavorava all'Ilva.
Il Distaccamento "Stella Rossa", tra i primi della [[Resistenza italiana|Resistenza]], ha vita breve, sia per la scarsa organizzazione di uomini ancora inesperti di lotta armata clandestina, sia per alcune delazioni che consentono
“Gin” Bevilacqua compie un assiduo lavoro per riallacciare i contatti con i [[partigiani]] sbandati, infondendo loro coraggio e determinazione, riuscendo infine a riunirli nella prima formazione partigiana vera e propria: il Distaccamento “Calcagno”. A capo di questa formazione viene posto G.B. Parodi (''Noce''), che vuole fermamente Bevilacqua come commissario politico, pur non conoscendolo personalmente, ma essendone stato impressionato nelle manifestazioni savonesi di fine luglio. È proprio Noce, dopo aver visto Bevilacqua in azione, ad assegnargli il nome di battaglia di ''Leone''.
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=== La morte ===
A fine novembre 1944 Leone è presso il comando della V Brigata, quando giunge la notizia di un grosso rastrellamento. Invece di seguire i compagni per sfuggire
Durante
Picchiato e colpito più volte col calcio dei fucili, Leone viene finito con numerosi colpi di arma da fuoco il 29 novembre 1944 insieme ad altri cinque [[partigiani]]. I corpi, subito gettati in una fossa comune vicina al luogo
== Onorificenze ==
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}}
=== Riconoscimenti ===
* Quando, nel gennaio 1945, si costituì la Divisione Garibaldina, tutti furono
* Ad Angelo Bevilacqua è oggi dedicata una via a Savona, nel quartiere Oltreletimbro, sorto nel dopoguerra, le cui strade e piazze sono tutte in memoria dei martiri della libertà.
* Un anno dopo
{{Citazione|Il 29 novembre 1944 in questo luogo un gruppo
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