Open Space Technology: differenze tra le versioni

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L’'''Open Space Technology (OST)''' è una metodologia che permette, all’internoall'interno di qualsiasi tipo di [[organizzazione]], di creare [[gruppo di lavoro|gruppi di lavoro]] (workshop) e riunioni ([[meeting]]) particolarmente ispirati e produttivi.
È stato sperimentato negli ultimi vent’annivent'anni in differenti paesi del mondo, impiegato nella gestione di [[gruppo sociale|gruppi]] composti da un minimo di 5 a un massimo di 2000 persone, in conferenze della durata di una, due o anche tre giornate.
 
Si tratta di una metodologia innovativa poiché in tal modo le persone tendono a non annoiarsi e, anche grazie a un clima piacevole, in tempi relativamente brevi esse producono un documento riassuntivo di tutte le proposte/progetti elaborati dal gruppo, l’''instant report''. Documento che oltre alla sua utilità pratica diviene testimonianza di un lavoro fatto e garante degli impegni presi.
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== Funzionamento ==
 
Harrison Owen, pioniere dell’''Open Space Technology'', ha notato nel corso della sua ''esperienza di organizzatore di conferenze''<ref>[http://www.ho-image.com/academic_cv.htm Academic CV<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref> come le persone si confrontino con molto più entusiasmo durante i ''coffee break'' che non nelle fasi di lavoro. È giunto quindi a considerare l'ipotesi di strutturare un’interaun'intera conferenza in modo che i partecipanti si sentano liberi di proporre gli argomenti e di discuterli solo se interessati ad essi.<br />
Se il [[gruppo di lavoro]] è unito da passione e interesse, allora sarà in grado di auto-organizzarsi e di raggiungere il suo scopo.
 
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I quattro principi sono:
 
# '''''Chiunque venga è la persona giusta'''''; le decisioni che vengono prese durante il lavoro sono opera di coloro che sono presenti. Non serve quindi pensare a chi sarebbe potuto intervenire o chi avremmo dovuto invitare, è molto più utile concentrarsi su quelli che ci sono. La partecipazione all’''Open Space Technology'' dovrebbe essere sempre volontaria, infatti solo chi ha davvero a cuore il tema in discussione si impegnerà a fondo, sia nell’affrontarlonell'affrontarlo che nelle fasi di implementazione del progetto.
# '''''Qualsiasi cosa accada è l’unical'unica che poteva accadere'''''; in una particolare situazione, con determinate persone e discutendo di un certo tema, il risultato che si otterrà è l’unicol'unico risultato possibile. Le sinergie e gli effetti che possono nascere dall’incontrodall'incontro di quelle persone sono imprevedibili ed irripetibili, per questo chi conduce un ''Open Space Technology'' deve rinunciare ad avere il controllo della situazione: tentare di imporre un risultato o un programma di lavoro è controproducente. Chi facilita un convegno ''Open Space'' deve avere totale fiducia nelle capacità del gruppo.
# '''''Quando comincia è il momento giusto'''''; l’aspettol'aspetto creativo del metodo. È chiaro che dovranno esserci un inizio ed una fine, ma i processi di apprendimento creativo che avvengono all’internoall'interno del gruppo non possono seguire uno schema temporale predefinito. Decidere ad esempio di fare una pausa ad un certo orario può impedire ad un dialogo di avere termine, perdendo così informazioni o idee fondamentali alla realizzazione del progetto.
# '''''Quando è finita è finita'''''; se certe volte serve più tempo di quello previsto, altre accade il contrario. Se ad esempio si hanno a disposizione due ore per trattare un certo argomento, ma la discussione si esaurisce più velocemente del previsto, è inutile continuare a ripetersi, molto meglio dedicare il nostro tempo ad altro.
 
Mentre l’unical'unica legge che regola l’''Open Space Technology'' è la '''''legge dei due piedi''''': se ti accorgi che non stai né imparando né contribuendo alle attività, alzati e spostati in un luogo in cui puoi essere più produttivo. Ovvero, se una persona si trova a conversare di un argomento e non ritiene di poter essere utile, oppure non è interessata, è molto meglio che si alzi e si sposti (usando i ''due piedi'', per l'appunto) in un altro gruppo dove può essere più utile. Questo atteggiamento non va interpretato come una mancanza di [[educazione]], ma come un modo per migliorare la qualità del lavoro.
 
== Condizioni di utilizzo ==
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L’''Open Space Technology'' può essere uno strumento efficace, ma deve essere utilizzato solo se si verificano particolari condizioni. Diversamente, oltre a diventare inefficace, si riduce ad essere uno spreco di tempo e di denaro. Funziona solo in una situazione che comporta:
* Un serio e reale problema su cui lavorare
* Un’elevataUn'elevata complessità
* Molteplici [[punto di vista|punti di vista]]
* Conflittualità diffusa
* Necessità di trovare una soluzione nell’immediatonell'immediato
 
=== Ambientazione ===
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Nella stanza centrale deve esserci una parete dove poter sistemare i cartelloni prodotti dal gruppo, che devono essere ben visibili e facilmente accessibili.
Una parte della stanza ospita la zona [[computer]]/[[fotocopiatrice]], adibita alla redazione dell’''instant report'', mentre un’altraun'altra sarà la zona dedicata al ''coffe break''.
 
È importante che i partecipanti siano seduti in circolo su delle sedie e che le sedie si possano spostare con facilità; il centro del circolo deve essere vuoto, così che tutti si possano guardare negli occhi e sentire alla pari degli altri. In questo modo, già dal principio si viene a creare una sensazione di [[uguaglianza]] e partecipazione.
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==Il ruolo del facilitatore==
 
Facilitare un ''open Space Technology'' è un’esperienzaun'esperienza molto diversa da ogni altra esperienza di [[facilitazione]], in quanto il desiderio di avere il controllo sugli eventi deve essere messo da parte.
Il facilitatore deve prima di tutto definire i tempi, gli spazi, lanciare il tema da discutere ed esporre la legge ed i quattro principi. Quando il gruppo è sistemato in cerchio egli deve “aprire lo spazio” entrando al centro. Prendere la parola per presentare il tema da discutere e spiegare che il muro vuoto nella stanza centrale rappresenta il programma di lavoro e che esso sarà costruito sul momento e dai partecipanti stessi.
 
Il muro assume la funzione di [[bacheca]] ed il gruppo la riempie con le sue proposte.<br />
A questo punto il facilitatore deve spiegare come effettuare questa operazione:
ogni persona che pensa di avere un argomento di discussione sul tema deve scriverlo su di un cartoncino, poi alzarsi e presentarlo al gruppo, tenendo ben presente che chi ha proposto l’argomentol'argomento sia certo di averlo particolarmente a cuore e che non pensi che qualcun altro debba occuparsene.
Quando i temi saranno esauriti ogni promotore dovrà attaccare alla bacheca il suo cartoncino, una volta terminata questa operazione tutti potranno osservare i vari argomenti emersi e decidere a quale gruppo intendono unirsi.
I gruppi formati saranno autogestiti e produrranno, una volta esauriti gli argomenti di discussione, un ''report'' che unito a quelli degli altri gruppi andrà a formare l’''instant report'' di fine lavori.