Monte Agner: differenze tra le versioni
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== Descrizione ==
[[File:Parete Nord Agner.JPG|miniatura|sinistra|Parete Nord dell'Agner dalla Valle di San Lucano]]
La sua parete settentrionale che verso la [[Valle di San Lucano]] misura più di 1500 m di dislivello verticale ininterrotto, è la più alta delle [[Dolomiti]],
Secondo la parlata [[Lingua ladina|ladina]] nella Conca Agordina essa viene denominata semplicemente "Piz" o "Spizzòn" ( ovvero "Cima" o "Grande Cima") a cui è stato poi aggiunto dai primi cartografi il termine Agnèr dal nome della malga posta sul suo versante Sud sopra all'abitato di Voltago.
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[[File:Spigolo Nord.jpg|alt=Spigolo Nord del Monte Agner via Gilberti-Soravito|left|thumb|Spigolo Nord del Monte Agner via Gilberti-Soravito]]
Dopo la prima guerra mondiale venne salita la gigantesca parete nord-est per merito della guida Francesco Jori coi compagni Arturo Andreoletti ed Alberto Zanutti. Il gruppo portò a termine la salita in due giorni nell'estate del 1921 e senza l'uso di chiodi, un'impresa che per l'epoca fu assolutamente straordinaria ma che, per la riservatezza dei salitori, non ebbe la meritata risonanza. Nel 1930 anche [[Attilio Tissi]] e Giovanni Andrich compirono una scalata sul versante sud-est, via che è rimasta irripetuta e misteriosa fino ai giorni nostri.
Ben più eco ebbe invece la successiva scalata dello spigolo nord da parte di [[Celso Gilberti]] ed [[Oscar Soravito]] che, dopo alcuni tentativi da parte di altri alpinisti, lo vinsero in giornata il 19 agosto 1932. Si tratta della via più lunga delle Dolomiti con un dislivello di circa 1650 m ed uno sviluppo di poco maggiore e tocca il VI grado. Ancora oggi è una via classica molto ambita e ripetuta. Il 1939 è il turno della lavagna della parete nord-ovest che viene salita da [[Alfonso Vinci]] e Gianelia Bernasconi con una scalata tormentata dall'imperversare del maltempo e che varrà a Vinci la medaglia d'oro al valore atletico.
[[File:Vie alpinistiche storiche sulla Parete Nord dell'Agner.jpeg|alt=Vie alpinistiche storiche sulla Parete Nord dell'Agner|left|thumb|Vie alpinistiche storiche sulla Parete Nord dell'Agner]]
Per altre imprese sull'Agnèr bisogna attendere il 1950 quando venne salito lo spigolo sud-est da N. Flaiban e F. Pacherini e il 1955 in cui Vittorio Penzo ripercorse la via Jori in solitaria, poi nel 1967 i fratelli Gunther e [[Reinhold Messner]] con [[Heini Holzer]] aprirono una via lungo il lato sinistro della parete nord-est uscendo a sinistra del grande scudo giallo che domina la parete. L'anno successivo gli stessi Messner con Sepp Mayerl ripeterono la via Jori in inverno. Nello stesso anno, il 1968 una squadra di alpinisti polacchi, già attivi nei [[Monti del Sole]] e nella [[Schiara]] percorsero un itinerario tra la via dei Sudtirolesi e la via Jori.
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Nel 1980 i cecoslovacchi Josef Rakoncaj e Jaromir Stejskal che, dal 29 febbraio al 4 marzo, realizzarono la prima salita invernale della Via Dei SudTirolesi.
Nel 1990 ancora i cechi Miroslav e Michal Coubal tracciarono la "storia infinita", una via estrema (fino ad VIII-) tra la Jori e la via dei Polacchi ripetuta solamente nel dicembre del 2015 da Martin Dejori e Titus Prinoth. L'ultima nata, nel 2009, è la via di Ivo Ferrari e Renzo Corona "Tango per Marinella" nel diedro che chiude a sinistra il pilastro Bee.
== Ascensioni ==
Come le dirimpettaie [[Pale di San Lucano]] anche il gruppo dell'Agnèr presenta grandi zoccoli di fitta vegetazione, accessi scomodi e pareti smisurate che richiedono resistenza, esperienza e tenacia. Le vie, all'infuori del classico spigolo nord, sono poco o per nulla frequentate, alcune attendono ancora la prima ripetizione. Le più famose sono:
* '''Spigolo nord''', è la via più lunga delle Dolomiti ed è discretamente frequentata (1650 m, difficoltà fino al VI-);
* '''Via Jori-Andreoletti-Zanutti''', è la via dei primi salitori della parete nord-est ed è saltuariamente ripetuta. Pur non presentando passaggi di VI come l'adiacente spigolo, è ritenuta di pari impegno e si svolge tutta all'interno della
* '''Via dei Sudtirolesi''', anch'essa è saltuariamente ripetuta e si svolge per rampe nel lato sinistro della parete nord-est, esce per il marcato colatoio a sinistra del grande scudo giallo (1400 m, IV con passi di V+ e A1);
* '''Via del cuore''', chiamata così perché è tracciata nel meandro più recondito del monte, a sinistra della Sudtirolesi; essa vince con lunghe traversate i grandi strapiombi accanto alla macchia a forma di cuore che li caratterizza (1300 m, VI- e A1);
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* '''Pilastro Riccardo Bee''', considerato il capolavoro dell'alpinista bellunese è un itinerario estremo che sale la torre sporgente al centro della parete nord-ovest (750 m, difficoltà fino al VII).
Sul lato sud del monte salgono invece la '''via normale''', un buon sentiero con il tratto finale attrezzato, la '''Via del Canalone''', una ferrata che sale direttamente al bivacco Biasin attraverso il grande canalone rivolto verso il rifugio Scarpa e la ferrata Stella Alpina,
== Bibliografia ==
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