Gneo Fulvio Flacco: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nessun oggetto della modifica
Riga 58:
 
L'anno successivo (211 a.C.), [[Gaio Sempronio Bleso]] lo accusò di fronte al popolo romano di aver perso la sua armata per aver corrotto i suoi soldati con ogni sorta di vizi, prima di darli in pasto al nemico cartaginese.<ref>{{cita|Livio|XXVI, 2.7-8}}.</ref> Secondo l'accusa egli avrebbe fatto sì che questi soldati fossero diventati arroganti, turbolenti verso gli [[socii|alleati]], vili ed imbelli di fronte al nemico.<ref>{{cita|Livio|XXVI, 2.11}}.</ref> In un primo momento Flacco cercò di addossare la colpa ai soldati, ma ulteriori indagini dimostrarono la sua colpevolezza. Cercò, quindi, di ottenere l'aiuto del fratello, che era allora nel pieno della gloria, impegnato nell'[[assedio di Capua (211 a.C.)|assedio di Capua]]. Alla fine, per evitare la possibile pena di morte in caso di processo, Gneo preferì andare a [[Tarquinia]] in esilio volontario.<ref>{{cita|Livio|XXVI, 2.12-3.12}}.</ref>
 
Nel 209 a.C., come ''[[legatus]]'' del fratello Quinto, divenuto console per la quarta volta, affidò l'esercito urbano affinché lo conducesse in Etruria, con l'ordine di riportare a Roma le legioni che qui si trovavano.<ref name="LivioXXVII8,12">{{cita|Livio|XXVII, 8.12}}.</ref>
 
==Note==