Pericope: differenze tra le versioni

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{{F|retorica|ottobre 2009}}
{{S|retorica|storia dell'arte}}
La '''perìcope''' ([[traslitterazione]] del [[lingua greca|greco]] {{polytonic|περικοπή}}, "ritaglio", derivato da περικόπτω "tagliare intorno") è, in [[retorica]], un gruppo di versi estratti da un testo che formano un'unità o un filo di pensiero coerente e che quindi ben si presta alla lettura in pubblico. Le pericopi sono solitamente tratte dai [[testi sacri]] e vengono spesso utilizzate nell'[[esegesi]] del [[Nuovo Testamento]].
 
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Anche i [[Lezionario|lezionari]], normalmente, sono formati da pericopi contenenti letture estratte dalle [[Lettere di Paolo|epistole]] e dai [[vangeli]] per l'anno liturgico. Una pericope formata da passi estratti da parti diverse di uno stesso libro, o da diversi libri della [[Bibbia]], viene chiamata ''concatenazione''.
 
Un esempio di pericopi può essere quello che il filologo Aurelio Peretti, in ''Teognide nella tradizione gnomologica europea'' (1953), ha individuato nella silloge elegiaca del poeta greco arcaico [[Teognide]]: nella suddetta raccolta, infatti, gruppi di versi possono essere legati fra di loro per la ricorrenza di medesimi temi, trattati spesso in ''variatio'', e costituiscono le unità di cui si compone il ''corpus'' teognideo.
 
== Voci correlate ==