Luca Francesconi (compositore): differenze tra le versioni
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La prima è che sia ancora possibile e disperatamente importante lavorare insieme, in cooperazione, immaginando progetti fatti con altri, scambiarsi esperienze, idee. Agon nasce come organismo che ha un'identità pubblica, “non è lo studio mio o tuo”, vuole diventare un posto dove si possa parlare, incontrarsi e non solo fare il proprio interesse.
La seconda utopia è partire dal basso e non dall'alta tecnologia; partire dalle esigenze musicali dei compositori per stimolare un rapporto diverso, più semplice, “meno terroristico” tra i musicisti veri e le macchine.<ref>Massimiliano Viel, ''Incontro con Luca Francesconi: Il calcolo e l'intuizione. L'elettronica come sfida'', in Sonus, Materiali per la musica contemporanea, fascicolo n.11, dicembre 1993</ref>
Maneggiare l'elettronica serve anche, secondo Francesconi, per recuperare un approccio fisico, uditivo alla composizione musicale, che solo con carta e matita rischia di diventare troppo speculativo, allentando il rapporto diretto con il materiale sonoro.<ref>Ricciarda Belgiojoso, ''Note d'autore. A tu per tu con i compositori d'oggi'', Postmedia books, 2013</ref>
=== Riti neurali ===
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''Il grande sforzo è mantenere nel compositore i due livelli, compositivo ed emotivo, e fare in modo che questi si rimandino in continuazione la responsabilità della forma dell'opera fino ad arrivare, alla fine, a un risultato di equilibrio''.<ref>Massimiliano Viel, ''Incontro con Luca Francesconi: Il calcolo e l'intuizione. L'elettronica come sfida'', in Sonus, Materiali per la musica contemporanea, fascicolo n.11, dicembre 1993</ref>
Tra il 1993 e il 1994, lavora e insegna a Parigi nella bottega ipertecnologica dell'[[Institut de Recherche et Coordination Acoustique/Musique|Ircam]], dove “si modella il suono con le mani”.
Per questa commissione dell'Ircam, Francesconi analizza informaticamente i suoni e i loro comportamenti fino alla radice, all'etimo, per realizzare “uno dei corrispettivi musicali più convincenti e nello stesso tempo più impetuosi della scrittura di [[Baudelaire]], provando con chiarezza di padroneggiare con sicurezza l'insidioso rapporto tra parole e musica.”<ref>David Osmonde Smith, ‘''Un no man’s land fertile: Francesconi et le théâtre musical''’, in Programma di sala per Luca Francesconi, Ballata, Théâtre de la Monnaie, Brussels, October 2002.</ref>
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Nel 1994 Luca Francesconi aveva realizzato un'opera radiofonica vincitrice del [[Prix Italia]], ''Ballata del rovescio del mondo'', su testo ''Umberto Fiori''; nel 1996, la stretta collaborazione con il poeta milanese si ripropone per il suo terzo lavoro di teatro musicale, ''Ballata'', tratto dalla ''Ballata del vecchio marinaio'' di [[Samuel Coleridge]].
Divisa in due atti, Ballata si avvale di una grande orchestra con la sezione percussioni allargata; a destra della scena è disposta un ensemble strumentale ispirata alle orchestrine zigane, e quattro cori femminili distribuiti ai quattro angoli della sala “fanno da muri che si aprono e si chiudono verso l'irrazionale, la memoria, verso il flashback”. Alla dislocazione spaziale contribuiscono suoni elettronici elaborati all'[[Institut de Recherche et Coordination Acoustique/Musique|Ircam]].<ref>Anne Genette, ''Ballata'', www.lamediatheque.be</ref>
Per la parte del vecchio marinaio, in origine, Francesconi aveva pensato a [[Sting]], con cui ha registrato la prima canzone dell'opera, ''Day After Day''.<ref>Ricciarda Belgiojoso, ''Note d'autore. A tu per tu con i compositori d'oggi'', Postmedia books, 2013</ref>
La collaborazione non è andata in porto per problemi di lingua (Sting non se la sentiva di cantare e recitare in italiano), ma è rimasta l'idea di un narratore d'oggi che, come il vecchio marinaio, subisce la dannazione di dover girare per il mondo in cerca di qualcuno a cui raccontare le sue avventure incredibili, dal naufragio ai ghiacci del Polo sud al sole cocente dell'equatore, all'apparizione dei mostri e del vascello fantasma.
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Due importanti commissioni sinfoniche internazionali segnano l'anno passato.
''Una perigliosa discesa negli inferi delle note nere, per ritrovare una forza primigenia nello strumento forse più carico di storia dell'Occidente''<ref>Attilio Piovano, ''‘Duende, the Dark Notes‘ di Luca Francesconi in prima a Torino'', Il corriere musicale, 3 maggio 2014</ref>
Scritto per la straordinaria solista Leila Josefowicz, questo concerto per violino e orchestra è una commissione congiunta di SR Sweedish Radio, e BBC Proms. Eseguito a Stoccolma a febbraio e a Torino a maggio, è nel programma 2015 dei BBC Proms.
''“Curioso quel titolo, ''Dentro non ha tempo''. ‘Può essere letto in tre modi: come la sospensione temporale che chi se ne va lascia in quelli che l'hanno amato. Come riferimento alla grande tradizione musicale da cui viene Luciana, la famiglia Abbado. Un omaggio al passato che non ha tempo. Infine un'allusione alla forma della composizione, basata su tre battute del Don Giovanni di Mozart dilatate per 29 volte. Come l'anno di nascita di Luciana, il 1929.''<ref>Giuseppina Manin, ''Le mie note sospese per Luciana Abbado'', Corriere della Sera, 12 giugno 2014</ref>
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* Sergio Badino, ''Conversazione con Carlo Chendi. Da Pepito alla Disney e oltre: cinquant'anni di fumetto vissuti da protagonista'', Tenué 2006
* Luca Francesconi, ''Les Esprits libres'', in AA.VV. La loi musicale – Ce que la lecture de l'histoire nous (dés)apprend, a cura di D. Cohen Levinas, Paris, L'Harmattan, 2000
* Guido Barbieri, ''Francesconi, Luca'',
* Ricciarda Belgiojoso, ''Note d'autore. A tu per tu con i compositori d'oggi'', Postmedia books,
* Luca Francesconi, ''Per Luciano'', Centro studi Luciano Berio, [http://www.lucianoberio.org www.lucianoberio.org]
* Franco Fayenz, ''Si chiude la ribalta della Scala per Quartett, antologia di soluzioni geniali'', Il Sole 24 ore, 8 maggio 2011
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