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== Le fucilazioni del 14 luglio 1944 ==
Nel pomeriggio del 14 luglio [[1944]], dopo perquisizioni, saccheggi e requisizioni, uno dei militari della [[R.S.I.]], guardando con il cannocchiale, notò del movimento nei pressi della "stalla Casale": era il [[partigiano]] Carmelo Baronchelli, 34 anni, ex [[21ª Divisione fanteria "Granatieri di Sardegna"|granatiere di Sardegna]], reduce dal servizio militare.
Carmelo stava scendendo dalla montagna in direzione del paese per assicurarsi che il suo curato, don Bonanomi, non fosse stato toccato dalle perquisizioni fasciste. Colto di sorpresa, cercò di nascondere le bombe a mano che teneva con sé, ma, dopo essere stato perquisito e disarmato, venne fucilato. Prima di morire riuscì a mettersi al collo la corona del Rosario e ad urlare a gran voce: “Viva l’Italia, viva la mia Italia”.<ref>Informazioni raccolte anche da alcune testimonianze di
Carmelo Baronchelli fu la prima, ma non ultima, vittima di quel tragico giorno. Infatti il gruppo di militari, riunitisi al ponte di [[Villa d'Ogna]], uccisero altre due persone: Luigi Pezzoli, contadino di 58 anni e Guerino Donda, giovane di [[Ardesio]] di 26 anni che passava di lì diretto a casa. Vennero entrambi catturati e trascinati presso il ponte per poi essere gettati nel canale adiacente e barbaramente uccisi.
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