Gino Arias: differenze tra le versioni
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{{S|economisti italiani}}
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|nome = Gino Arias
|istituzione = Camera del Regno
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|luogo_nascita = [[Firenze]]
|data_nascita = 1º ottobre [[1879]]
|luogo_morte = [[Córdoba_(Argentina)|Córdoba]] ([[Argentina]])
|data_morte = 14 ottobre [[1940]]
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|professione = Docente universitario
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|legislatura = [[XXIX_Legislatura_del_Regno_d%27Italia|XXIX]]
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{{Bio
|Nome = Gino
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== Biografia ==
Figlio di di Alberto, medico condotto e chirurgo fiorentino, e di Adele Coen, frequentò il liceo "Galileo Galilei" di [[Firenze]] e, nel 1900, si laureò con lode in Giurisprudenza all'[[Università di Bologna]]. Inizialmente libero docente in storia del diritto italiano, si avvicinò alle discipline economiche attorno alla metà del primo decennio del secolo. Dal 1909 fu docente di [[Economia Politica]] all'università di [[Genova]]; nel 1924 trasferì la cattedra a [[Università di Firenze|Firenze]] e poi, nel 1936, a [[Università di Roma|Roma]]. Convinto nazionalista, si avvicinò fin da subito al regime fascista, tanto che già nel 1925 lo troviamo tra i protagonisti della [[Commissione presidenziale per lo studio delle riforme costituzionali]], voluta da [[Benito Mussolini|Mussolini]] per formulare una serie di proposte di legge tese a riformare in chiave fascista i rapporti fra potere esecutivo e legislativo, le questioni sindacali e l’ordinamento corporativo. Proprio il tema del [[corporativismo]], da allora, avrebbe rappresentato un argomento centrale nell'impegno accademico e pubblicistico di Arias, che è ricordato quale assiduo collaboratore del [[Il_Popolo_d%27Italia|''Popolo d'Italia'']] (il quotidiano del [[Partito_Nazionale_Fascista|PNF]]) e di periodici quali [[Gerarchia_(rivista)|''Gerarchia'']] e [[Critica_fascista|''Critica Fascista'']].
== Opere ==
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